francescanesimo

Come mai i francescani custodiscono il Corano più antico della storia?

Gelsomino Del Guercio Ansa - Mohamed Hossam
Pubblicato il 07-07-2020

E' tra i tesori della biblioteca di San Francesco della Vigna a Venezia

Il primo Corano stampato dall'Islam? E' conservato in un antico monastero francescano! A Venezia, a San Francesco della Vigna, i frati minori custodiscono una biblioteca con oltre 200 mila volumi. Tra questi il primo testo a stampa dell'Islam del 1538 e un Pentateuco ebraico del 500. A difendere questo tesoro fra' Rino Sgarbossa che da 26 anni raccoglie, tutela e gestisce questo patrimonio profondendosi nel dialogo tra le Fedi.

DA 40MILA a 200MILA
«Nel 2000 aveva 40 mila libri, adesso quasi 200 mila». Sono finite lì le biblioteche di vari conventi francescani del Veneto (ma anche di uno di Trieste) che hanno chiuso. Quando padre Rino era arrivato a San Francesco della Vigna, ventisei anni fa, scrive il Gazzettino, le biblioteche erano due, una conventuale, al tempo abbastanza negletta, e una dell'Istituto di teologia ecumenica, facoltà distaccata della pontificia università Antoniana di Roma, che ha sede alla Vigna dal 1990.

Nei primi anni ha catalogato la parte antica della biblioteca conventuale, grazie anche a un contributo della Regione del Veneto e dal 2000 le due biblioteche sono state unificate.

IDENTIFICATO NEL 1987
Non c'è dubbio i visitatori sono affascinati maggiormente dal fondo antico: 40 mila volumi, tra i quali, come detto, il primo Corano a stampa della storia. Si trovava nella biblioteca di San Michele in Isola, soppressa nel 2008, ed era stato identificato nel 1987 da un'allora dottoranda, Angela Nuovo, oggi ordinaria di Storia del libro all'università statale di Milano.

SOLO UNA LEGGENDA?
Del Corano stampato a Venezia nel 1538 da Paganino e Alessandro Paganini si erano perse le tracce, tanto che qualche studioso riteneva fosse soltanto una leggenda. Invece, evidenzia il quotidiano del Nord-Est, esisteva, era arrivato nell'Ottocento a San Michele in un fondo librario trasferito da Vittorio Veneto.

COME LA TOMBA DI TUTANKHAMON
Si sapeva che l'arabista cinquecentesco Taddeo degli Albonesi aveva posseduto una copia di quel Corano, e Angela Nuovo ha identificato la sua firma nel volume che al tempo si trovava nella biblioteca di San Michele.
Una scoperta sensazionale nel campo della storia libraria, un po' come il ritrovamento della tomba di Tutankhamon nell'egittologia, ma non fece grande scalpore: era stata fatta da una giovane donna, e l'ambiente accademico non era favorevole né ai giovani, né alle donne; ci fu pure un arabista piuttosto noto che cercò di far passare per sua la scoperta del Corano.

UN'OPERAZIONE COMMERCIALE FINITA MALE
Comunque il tentativo di stampare il Corano in arabo fallì, bisognerà aspettare il XVIII secolo perché qualcuno stampi il libro sacro dell'Islam; quella di San Francesco della Vigna è l'unica copia sopravvissuta di un'operazione commerciale finita male, conclusa con fallimento degli stampatori.


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