societa

Papa Francesco e il gregge smarrito

Massimo Milone Archivio Ansa
Pubblicato il 29-10-2021

La pandemia ha prodotto mille interrogativi

Papa Francesco apre il Sinodo. La Chiesa si interroga. “Lasciamoci mettere in crisi da Cristo”, aveva detto il Papa argentino all’Angelus di fine agosto. “Se non ci mette in crisi, è perché forse abbiamo annacquato il Suo messaggio”. È il ritorno all’essenza del cristianesimo. Lo scandalo dell’Incarnazione, il mistero dell’Eucarestia con il dono della carne e del sangue di Cristo per l’umanità. Francesco lo ha ricordato con forza al mondo. “La Chiesa brucia”, ci dirà lo storico Andrea Riccardi in un bellissimo provocatorio libro. Ma la Chiesa è ancora in grado di rispondere alle domande dell’uomo d’oggi? E l’uomo d’oggi è in grado di rispondere alla provocazione evangelica della Chiesa? Un virus sconosciuto ha messo il mondo con le spalle al muro. Senza un fondamento sacro, questo mondo rischierà sempre le sabbie mobili, sembra dirci il Papa Per rispondere alle attese del mondo, la Chiesa, però, deve ritrovare se stessa e ricordare le parole di san Paolo: “Non volevo conoscere tra voi altro che Gesù e Gesù crocifisso”.

Forse servirà a tutto ciò anche il Sinodo. Papa Francesco ha dettato le priorità. A sacerdoti e religiosi ha detto di lasciarsi toccare dalla vita della gente; alle famiglie ha detto di ascoltare prima di parlare. Sempre con il Vangelo in tasca che aiuta. Serve un annuncio del Vangelo, snello, libero, umile. Ascolto, incontro, semplicità, le parole d’ordine di papa Francesco. È l’ascolto la cifra del Sinodo che partirà dal basso dal popolo di Dio, per arrivare poi ai vertici e ai progetti operativi della Chiesa. La Chiesa deve recuperare, per dirla come il presidente del Censis De Rita, il suo gregge smarrito. In Italia, in particolar modo. E nel mondo, per riaffermarsi come forte e autorevole realtà spirituale. Non è certo poco. A noi la responsabilità alta di affrontare un nuovo modo di vivere. Facendo innanzitutto vivere il cuore. Cosa significa? Aprire gli occhi per capire l’altro. Ciò comporta attenzione, cura, accoglienza, sorriso, rigore. Parole nuove di un vocabolario antico, che nei giorni della crisi più virulenta ha messo in ginocchio le nostre piccole e grandi certezze, i nostri sentimenti, le nostre emozioni. Ora occorre dilatare i confini, superare gli ostacoli, moltiplicare le occasioni di incontro, aprire le gabbie delle solitudini. Solo così, sembra dirci Francesco, si può recuperare la parola del cuore. E aprire un’altra storia. Post pandemia. (Rivista San Francesco - clicca qui per scoprire come abbonarti)

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA