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L'importanza dell'abbraccio e del silenzio

Juri Nervo Unsplash
Pubblicato il 10-11-2021

Un impulso alla riflessione su questo binomio tanto attuale

Mai come in questi anni stiamo comprendendo l'importanza dell'abbraccio e del silenzio. Dell'accoglienza gratuita, sincera e non giudicante. E di quella dimensione, ora “assordante” e rifuggita, ora desiderata, che comunque ci interroga, in qualunque stato di vita e a qualunque età.

Un impulso alla riflessione su questo binomio tanto attuale nelle vite di ciascuno viene dall'Ex Carcere Le nuove di Torino che ospita l'Eremo del Silenzio. Fondato da Juri Nervo, dalla moglie e alcuni amici, prima di essere un luogo fisico, è un luogo interiore di incontro con se stessi, con Dio e con gli altri. Dal cuore ferito ma non sopito della città, è nata negli anni una vera vocazione a rompere i silenzi sulle molte forme di costrizione che l’uomo di oggi vive.

Non a caso si è fatta strada a poco a poco l’identificazione di una Icona dell'Abbraccio a simboleggiare la spiritualità dell’Eremo del Silenzio. La rappresentazione ricorda L'abbraccio benedicente dipinto da Rembrandt e oggi custodito nel museo dell'Ermitage.
L’icona è stata dipinta appositamente per l’Eremo del Silenzio e raffigura la biblica immagine del padre misericordioso. «Il percorso di vita dell’Eremo -spiega Juri Nervo- ci ha condotto per mano, passo a passo, verso una immagine che ‘ci ha scelto’ prima ancora che noi la scegliessimo».

Un’immagine, quella d’abbraccio che accoglie, oggi forse ancora più carica di significati -spirituali e sociali- poiché a stento emergiamo dal pericolo pandemico e soprattutto, da tempo, fatichiamo a liberarci dal giudizio per fare spazio ad una vera accoglienza: di noi stessi innanzitutto, e poi degli altri, ma a partire dall’acquisizione della consapevolezza che siamo figli amati di un Padre misericordioso.

La spiritualità dell’Eremo del Silenzio trova particolare accoglienza e occasione di espressione in ogni ambiente in cui l’emarginazione è più evidente, come le carceri. E trae ispirazione per la propria Regola di Vita dalla Regola del Terz’Ordine Francescano Secolare, con i cui figli spesso coopera, in diverse parti d’Italia, a supporto e sollievo dei carcerati.

L’Icona dell’Abbraccio, per la quale l’Arcivescovo merito di Torino Cardinale Severino Poletto ha composto una preghiera, è stata benedetta da Papa Francesco il 23 giugno 2021 a Castel Gandolfo. È questa una data per altro molto significativa per la Chiesa torinese, e non solo. IL 23 giugno si ricorda infatti San Giuseppe Cafasso, patrono dei carcerati e dei condannati a morte, che spese la propria vita nell’assistenza ai carcerati di Torino fino alla morte nel 1860.

Significativo anche il legame ricorrente dell’Eremo del Silenzio con Papa Francesco. Dopo il primo incontro del 27 gennaio 2016, l’Eremo del Silenzio di Torino è tornato ad incontrare Papa Francesco. Allora l’occasione fu la consegna, al termine dell’Udienza Generale, della Bandiera del Silenzio firmata dalle persone detenute incontrate durante alcuni sportivi all’interno di alcune carceri italiane.

Il messaggio di accoglienza e di non giudizio dell’Eremo del Silenzio, di incontro con Dio, se stessi e gli altri, continua a farsi strada presso molte persone. Uomini e donne di ogni età, laici ma anche consacrati, chiedono di conoscere o di vivere il silenzio di un eremo cittadino. Per tutti la scoperta, o la riscoperta, è la chiamata che Dio fa a ciascuno a coltivare un proprio eremo interiore in cui stare cuore a cuore col Creatore. Ovunque, nelle fatiche quotidiane lavorative e famigliari. E anche nel caos di una città.

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