Come nasce la Giornata mondiale dei poveri?
Un momento voluto da Papa Francesco
Giunta quest'anno alla sua quinta edizione, la Giornata mondiale dei poveri, istituita da papa Francesco con lo scopo di sensibilizzare all'ascolto del grido dei poveri e dei sofferenti, sarà celebrata domenica 14 novembre 2021. In preparazione a questo momento che investe tutta la Chiesa, il Papa si recherà in forma privata ad Assisi venerdì 12 novembre, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Francesco incontrerà in forma privata un gruppo di 500 poveri provenienti da diverse parti dell'Europa e trascorrerà con loro un momento di ascolto e preghiera.
Come nasce questa festa? Quali i gesti che accompagnano tale giornata? Come si inserisce questa festa nel Pontificato di Papa Francesco? Proviamo a rispondere…con l’aiuto proprio di Jorge Mario Bergoglio.
“Al termine del Giubileo della Misericordia ho voluto offrire alla Chiesa la Giornata Mondiale dei Poveri, perché in tutto il mondo le comunità cristiane diventino sempre più e meglio segno concreto della carità di Cristo per gli ultimi e i più bisognosi. Alle altre Giornate mondiali istituite dai miei Predecessori, che sono ormai una tradizione nella vita delle nostre comunità, desidero che si aggiunga questa, che apporta al loro insieme un elemento di completamento squisitamente evangelico, cioè la predilezione di Gesù per i poveri”, così leggiamo nel Messaggio del Santo Padre Francesco per la Prima Giornata Mondiale dei Poveri.
Ancora il Santo Padre: “Desidero che le comunità cristiane, nella settimana precedente la Giornata Mondiale dei Poveri, si impegnino a creare tanti momenti di incontro e di amicizia, di solidarietà e di aiuto concreto. In questa domenica, se nel nostro quartiere vivono dei poveri che cercano protezione e aiuto, avviciniamoci a loro: sarà un momento propizio per incontrare il Dio che cerchiamo. Secondo l’insegnamento delle Scritture (cfr Gen 18,3-5; Eb 13,2), accogliamoli come ospiti privilegiati alla nostra mensa; potranno essere dei maestri che ci aiutano a vivere la fede in maniera più coerente. Chiedo ai confratelli vescovi, ai sacerdoti, ai diaconi – che per vocazione hanno la missione del sostegno ai poveri –, alle persone consacrate, alle associazioni, ai movimenti e al vasto mondo del volontariato di impegnarsi perché con questa Giornata Mondiale dei Poveri si instauri una tradizione che sia contributo concreto all’evangelizzazione nel mondo contemporaneo. I poveri non sono un problema: sono una risorsa a cui attingere per accogliere e vivere l’essenza del Vangelo”.
Qui il cronista passa la palla al testimone diretto. Ero presente nella Basilica di San Pietro il 19 novembre 2017, come volontario della Comunità di Sant’Egidio ad accompagnare molti miei amici senza fissa dimora. Ricordo la loro emozione per un invito così speciale, per una giornata a loro dedicata, capace di far sentire la vicinanza concreta della Istituzione Ecclesiastica alla vita concreta di ognuno di loro. Alla celebrazione è seguito un ottimo pranzo nella Sala Nervi, per oltre 1.500 poveri accompagnati dai diversi movimenti e le parrocchie (ma Francesco pensa a tutti, ed a spese del Vaticano sono stati oltre 7.000 i pasti offerti in quella giornata, Sant’Egidio ad esempio organizzò una apertura straordinaria della Mensa di Via Dandolo). Antipasto, primo, secondo, dolce e contorno, un bicchiere di vino, tovaglie eleganti e servizio impeccabile. Alla fine, il Papa ha rivolto un breve ma affettuoso saluto a tutti gli invitati, raccomandandosi, col suo fare molto concreto .. “l’anno prossimo però lasciate il posto a quelli che non sono venuti qui oggi!”.
Il pranzo coi poveri si è tenuto anche nel 2018, poi come ben sappiamo è arrivata la pandemia, quindi le edizioni 2019 e 2020 si sono celebrate ma diciamo in forma ridotta, finalmente quest’anno, anche se con le dovute limitazioni, si tornerà a festeggiare in presenza, proprio nella città del Santo di Assisi, del Santo dei Poveri.
La predilezione pastorale verso i poveri è una delle peculiarità del Pontificato di Bergoglio, ma se questo è stato evidente fin dall’inizio, ci appare ancora più chiaro in questo tempo post-pandemico. Più volte Papa Francesco ha espresso la propria preoccupazione per le vite dei più fragili, doppiamente vittime del virus. “Solo stando dalla parte dei più deboli usciremo davvero tutti dalla pandemia”, così si è espresso il Pontefice lo scorso 12 settembre nel corso della sua visita apostolica in Ungheria.
Tra i poveri prediletti da Papa Francesco ci sono i migranti, specialmente quelli che fuggono dalle guerre, ed è molto significativo il fatto che nel prossimo mese di dicembre il Pontefice tornerà sull’isola greca di Lesbo, dove migliaia di persone vivono una snervante attesa nei campi profughi aspettando di vedersi riconosciuta la propria domanda di accoglienza in Europa. Come ricorderete, il Papa fece visita a Lesbo nel 2016, accompagnato dal Patriarca Bartolomeo, ed al ritorno portò con sé 12 rifugiati, dando di fatto inizio alla “buona pratica” dei Corridoi Umanitari, una via legale e sicura per raggiungere l’Europa. I poveri sono nel cuore del Papa, sono nel cuore della Chiesa. (Rivista San Francesco - clicca qui per scoprire come abbonarti)
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