Arte, segni di speranza nel cuore di Roma
Installazione a cura dell’Ambasciata di Francia
Il ricordo delle ultime importanti canonizzazioni ancora non si è spento. Impressi nella memoria di ognuno, vivono quei volti che dalla facciata del Maderno della Basilica di San Pietro lo scorso 15 maggio hanno visto una piazza gremita di fedeli. Il mondo si è concentrato in quello che potrebbe definirsi l’"ombelico del mondo”, per citare una canzone di Jovanotti. Fra quei volti, uno in particolare, ha lasciato il segno: è quello di fratello Charles de Foucauld, questo novello San Francesco del 1900.
Nelle parole di Papa Francesco dedicate al santo francese è possibile vedere un profilo del tutto francescano: “De Foucauld - aveva dichiarato il Papa - ha vissuto il suo essere cristiano come fratello di tutti, a partire dai più piccoli. Non aveva l’obiettivo di convertire gli altri, ma di vivere l’amore gratuito di Dio, attuando l’apostolato della bontà nei confronti di tutti: cristiani, musulmani, ebrei e idolatri”. Fratello Charles riesce a mettere tutti d’accordo, in sintesi. E questa sua universalità è un tesoro che la Chiesa cerca sempre di riscoprire. E, in fondo, la stessa canonizzazione ce ne rende atto.
Ma cambiamo, per un momento, piazza. La città è sempre Roma, la Capitale della Chiesa universale; il sole ormai comincia a essere sempre più lucente e caldo visto la stagione delle rose, maggio. Certo, siamo un bel po’ lontani dal caldo dell’esperienza del deserto avuta da Charles de Foucauld. Il tempo è gradevole per fare due passi e godere delle bellezze che Roma offre ad ognuno. Il pensiero corre alla guerra, alla crisi economica, e a tanti problemi che il nostro tempo ci sta offrendo, purtroppo. Ma, ecco che proprio in questo “deserto dell’anima” spunta un’oasi di acqua per abbeverarsi. È una sorpresa gradevole e che - per dimensioni - non può, certamente, passare inosservata.
Il volto di Charles, in cammino, si palesa nella sua maestosa umiltà. È una sorta di installazione in Piazza San Silvestro, a pochi passi dal Parlamento e da Via del Corso, la strada più famosa della Capitale, con i suoi negozi e la fiumana di gente che vi ci passa.
Un grande parallelepipedo di legno si erge nella piazza romana; sopra la figura del santo, e - accanto - un grande tabellone su cui è possibile lasciare un messaggio, una frase, una preghiera. Nella sua semplicità questo enorme tabellone ci dice molto, moltissimo. Ci parla di amore e speranza, termini desueti nel nostro oggi. E davanti a tutto ciò non si può che rimanere commossi: sono segni di un Cristianesimo presente e vivo nelle strade, nelle viuzze e nelle piazze. E così è facile immaginare frère Charles incamminarsi per quelle vie, recando con sé tutte quelle frasi che molti passanti hanno voluto lasciare, deporre nelle sue mani.
Sono tanti, ma fra questi ne spicca uno che nella sua semplicità ricorda a tutti un insegnamento da tenere sempre in mente: “Ci vuole un cuore grande per fare il bene”.
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