Arte: la Madonna dei Francescani di Duccio Buoninsegna
La devozione mariana dell’Ordine francescano
Continua il nostro viaggio alla scoperta delle opere pittoriche che hanno “parlato” di San Francesco e dell’Ordine francescano. Molto spesso l’arte descrive meglio di tanti linguaggi. Meglio di uno scritto, non c’è che dire. Il nostro Paese è ricco - come ben sappiamo - di opere che hanno fatto la nostra storia. Pagine e pagine di immagini, di colori, di linee tratteggiate dai più grandi autori di tutti i secoli. Italia, terra di “santi, navigatori e poeti”. Ma anche di grandi pittori. Basterebbe solo entrare nella Cappella Sistina per riuscire a darci il senso di cosa voglia dire la parola “arte”.
Di santi, l’Italia ne ha “prodotti” tanti. Figure che hanno scritto il grande libro della Chiesa, fin dal suo sorgere. Francesco d’Assisi è l’espressione più alta, più coinvolgente (per storia biografica e per senso religioso) di una santità che vuol dire “imitazione di Cristo”. Una carica espressiva di bellezza è già data dagli episodi che i suoi biografi hanno descritto in più riprese. E, proprio in queste biografie, troviamo un leitmotiv che ha segnato la vita del Poverello d’Assisi: il suo amore indicibile per la Vergine Maria. Un amore che ha segnato così - fin dalla sua nascita - tutto l’Ordine francescano.
Gli artisti sono i lettori migliori della realtà: sia di quella che ci circonda, sia di quella scritta nei secoli. Quella che scoviamo nei libri di storia. Fra questi “lettori” di colori ve n’è uno che ha concentrato la sua attenzione sulla devozione mariana dell’intero Ordine: è Duccio di Buoninsegna, tradizionalmente indicato come il primo maestro della scuola senese. L'arte del Buoninsegna trova la sua origine in quella bizantina. Inoltre era forte, in lui, una notevole conoscenza di Cimabue che - molto probabilmente - fu il suo maestro nei primi anni di attività.
Del grande maestro senese abbiamo conservata una sublime opera che ha come soggetto la “Madonna dei francescani”, opera realizzata con tecnica a tempera su tavola nel 1300, custodita nella Pinacoteca Nazionale di Siena. Purtroppo non si hanno notizie certe sulla storia della presente composizione. Unica notizia certa è che era stata inserita in un catalogo ottocentesco come opera di “ignoto duccesco”. Nel 1930, già riconosciuta autografa di Duccio – da Van Marle, Toesca ed altri – fu esposta a Londra per un breve periodo.
“La piccola Madonna dei Francescani, nonostante numerose abrasioni e l'impoverimento della superficie dipinta, ha il fascino di una complessa figurazione in miniatura, che sembra particolarmente congeniale al grande pittore senese. Il mantello blu leggero come un velo, il cui ritmo fluido dialoga mirabilmente con il tremulo arabesco del filo d'oro sottilissimo che ne segna gli orli, la libera impostazione in tralice della composizione, la larga tenda verde quadrettata che copre quasi tutto il fondo d'oro fanno di questa tavoletta un'opera felicissima per invenzione, straordinaria per originalità, affascinante per il suo stare in equilibrio fra Oriente e Occidente”. Questa descrizione dello storico dell’arte Luciano Bellosi, presente nell’ Enciclopedia dell'Arte Medievale della Treccani (1994) riesce a fornirci una chiave dell’opera assai interessante.
Nel registro basso dell’opera, a sinistra, vi sono posti tre frati francescani: sono ben visibili - anche se di piccola dimensione rispetto alla grande Madonna che occupa tutta l’opera - nell’angolo. Ed è proprio da questi frati che nasce il titolo di “Madonna dei francescani”. Sono genuflessi davanti al trono di Maria. E’ l’espressione della devozione mariana dell’Ordine. In poche linee, nelle forme e nei colori, l’insigne artista senese riesce a condensare tutta la tradizione mariana dei “compagni di viaggio” del santo d’Assisi. Un’opera poco conosciuta che - invece - per la sua ricchezza spirituale e artistica è di indubbio valore pittorico.
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