religione

Ordinazione episcopale di padre Gambetti. Il saluto di fra Marco Moroni

Padre Marco Moroni Mauro Berti
Pubblicato il 22-11-2020

Saluto all’inizio della Celebrazione di Ordinazione episcopale di fra Mauro Gambetti 

Caro fra Mauro, 

eccoci giunti ad un evento che fino a poco più di un mese fa non era programmato ed era anzi inaspettato. 

Quelli che tu stesso hai chiamato “scherzi da papa” ci hanno portato ora a stringerci intorno a te,   in una celebrazione che è e vuole essere festosa,  anche se dentro questo strano e difficile tempo. 

Ci stringiamo a te, riconoscenti e gioiosi,  noi frati della Custodia del Sacro Convento, fraternità che hai amato e per quasi otto anni come Custode hai servito con affetto, lungimiranza, passione e con lavoro instancabile. 

Si stringono a te anche Sua Eminenza il Cardinal Vallini,  Legato pontificio che presiede questa celebrazione e ti consacra, al quale va il nostro filiale ringraziamento, e assieme a lui i vescovi, i presbiteri, i religiosi e i laici presenti e tutti coloro che ci seguono attraverso i media.  Insieme costituiscono e sintetizzano la multiformità di quella Chiesa che ti chiama oggi ad assumere il primo grado dell’ordine sacerdotale. 

Si stringono a te i tuoi parenti e i numerosi amici qui presenti  che saluto con affetto.  Potremmo dire che rappresentano anche coloro  che non sono potuti intervenire ma che l’avrebbero voluto, per manifestarti tutto l’affetto e soprattutto la comunione nella fede. 

Si stringono a te le autorità qui presenti, alle quali diamo un cordiale benvenuto, che in qualche modo rappresentano tutte le realtà civili, militari, e della politica, con le quali hai intrecciato in questi anni rapporti schietti e costruttivi, spesso sfociati in vere e proprie amicizie. 

Infine si stringerebbero a te, se potessero, anche gli abitanti di Crich-El-Oued, ovvero della Diocesi ormai estinta di Tisiduo in Tunisia,  di cui sei titolare secondo gli insondabili disegni delle geografie ecclesiali. Sono la figura di quella messe abbondante presso la quale tu,  e così anche tutti noi credenti siamo inviati:  persone da incontrare ed amare per testimoniare loro l’amicizia di Dio. 

Così, stretti a te, pur con le cautele e le distanze necessarie,  con cuore riconoscente al Signore per questo dono alla Chiesa e al mondo, viviamo con gioia questa celebrazione.

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