Il Custode: Necessaria un'audace avventura per Europa e mondo più fraterno. IL DISCORSO
Cancelliera Merkel, Presidente Santos, Signori cardinali e vescovi, autorità civili e militari, amici e giovani qui presenti, accogliete il saluto di Frate Francesco: il Signore ti dia pace!
Giordano da Giano, nella sua Cronaca, racconta della prima missione dei frati in Germania nel 1217, a pochi anni dall’inizio del movimento francescano:
“In Germania, poi, furono mandati... Giovanni da Penna con circa sessanta frati o forse più. Questi, penetrando nelle regioni della Germania e non conoscendo la lingua, richiesti se volessero alloggio, vitto o altre cose del genere, risposero: «Ja» e così furono da alcuni benignamente ricevuti. E notando che con questa parola «ja» venivano trattati umanamente, decisero di rispondere «ja» a qualsiasi cosa che veniva loro richiesta. Per questo accadde che, interrogati se fossero eretici e se fossero venuti appunto per contaminare la Germania, così come avevano pervertito anche la Lombardia, di nuovo risposero «Ja». Alcuni allora vennero incarcerati e altri, spogliati, furono condotti in giro nudi e fatti spettacolo comico per la folla. Vedendo dunque i frati che non potevano produrre frutto in Germania, se ne ritornarono in Italia. Per questo fatto la Germania fu reputata dai frati tanto inumana che non osavano ritornarvi se non animati dal desiderio di martirio”.
In sostanza: i frati erano andati in Germania spinti dal desiderio di condividere la pace del Signore Gesù e il messaggio evangelico; la gente, fondamentalmente, è buona e generosa; una cattiva comunicazione, le incomprensioni in genere, provocano la paura del diverso, della “contaminazione” e quindi le conflittualità.
Francesco, pieno di Spirito, percorreva strade e varcava confini; incontrava persone e costruiva ponti. I frati tornarono in Germania quattro anni dopo, più preparati, in grado di capire e di farsi conoscere. Da allora non siamo più usciti da quella terra: il francescanesimo parla anche tedesco e la cultura tedesca è segnata anche dal francescanesimo.
Signora Angela, la sua presenza qui oggi, nel luogo che custodisce le spoglie mortali e il carisma di Francesco, nella Città della pace e del dialogo, è un attestato di valori che ci accomunano: il rispetto e la promozione della persona e della sua libertà, lo sforzo per costruire comunità capaci di accogliere e valorizzare le differenze, l’opera per la pace e l’impegno per custodire la “casa comune”.
Cancelliera Angela Merkel, grazie!
In questo tempo, segnato da continui spostamenti e migrazioni epocali, l’aneddoto narrato da Giordano da Giano è molto attuale, a cominciare dall’importante movimento dei giovani in cammino per le vie d’Europa, che sentono ormai come la loro terra. Desiderano condividere, ricevere e donare, per vivere oggi e domani i valori “della dignità umana, della libertà, dell'uguaglianza e della solidarietà” e far parte di una società aperta, unita e plurale, inclusiva, sicura e giusta, basata “sul principio della democrazia e sul principio dello Stato di diritto” (Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, 2000). In particolare, quanti vivono il programma Erasmus: “Cambiare la vita, aprire la mente”, lo sperimentano: integrazione, superamento dei confini, coesistenza pacifica e conoscenza reciproca, fino alla costruzione di destini comuni. Belli i nostri giovani!
Tuttavia, abbiamo davanti a noi grandi sfide: la sopravvalutazione del complesso universo economico-finanziario, la globalizzazione dei mercati, il grido della Terra, la crescente disuguaglianza sociale ed economica, il progressivo indebolimento delle istituzioni democratiche, le epocali migrazioni di popoli e gli spettri della xenofobia.
Ci sono domande che dobbiamo rivolgere a noi stessi: dove sta andando l’Europa? Quale visione di Europa condividiamo? Vogliamo ancora un “futuro comune”? Possiamo immaginare un’Europa unita e plurale che sappia precedere gli accordi economici e finanziari, e anche oltrepassarli? La politica è in grado di offrire un indirizzo di senso alle persone e alle comunità oramai disorientate?
Noi siamo convinti che le sfide e i problemi debbano catapultarci in un'audace avventura per la costruzione di una nuova Europa e di un mondo nuovo, più fraterno!
A partire dalla preghiera, la nostra comunità offre il suo sostegno all’Italia, all’Europa e al mondo, ed il suo esempio di socializzazione e di integrazione: oltre 70 frati vivono al Sacro Convento. Il più giovane dei novizi ha 20 anni; il nostro decano sta per compierne 90. Veniamo da 21 Nazioni e viviamo in armonia, sostenendoci e servendoci reciprocamente. Pregi e difetti, debolezze e talenti, vizi e virtù si compongono in una sinfonia in cui risplendono le differenze; ed insieme camminiamo verso l’unità. La fraternità è bellissima!
La lampada che Le consegniamo, signora Angela, è la luce che promana dalla Tomba e dalla testimonianza di Francesco, fratello di tutti: una luce che trasmette energia vitale e speranza. Riconoscendo il Suo impegno per promuovere la pacifica convivenza tra i popoli, nell’offrirLe la lampada intendiamo consegnarLe anche una benedizione e un compito: Lei e il Suo paese, benedetti, oggi avete la possibilità e perciò, forse, il dovere di chiamare a raccolta le forze civili d’Europa, per imprimere un movimento di crescita alla storia del continente e del mondo intero. Convochi Lei persone e governi capaci di rinunciare a interessi particolaristici, privilegi e miopi esercizi di sovranità, per offrire ai nostri figli un orizzonte di unità che sappia valorizzare le differenze e perseguire un destino di pace e di sviluppo, di cui anche il mondo ha estremo bisogno.
Dio vi benedica! Luminoso sia questo giorno, e più luminoso il nostro domani!
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