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“L’itinerario storico e religioso della Francia”

Antonio Tarallo Lumsa.it
Pubblicato il 30-10-2020

Intervista al Professor Rocco Pezzimenti, professore di “Storia del pensiero politico contemporaneo” alla LUMSA

Sembra quasi che la sua altezza fisica corrisponda all’altezza intellettuale, mi sia concessa la metafora. Non si può non ritrovarsi davanti al Professor Rocco Pezzimenti se non con la consapevolezza della sua profondità filosofico e storica coniugata ad acume ed ironia. Si comprende tutto questo, già dalle prime battute. Gentiluomo d’altri tempi, si potrebbe definire. Un “monsignore” laico, dove il termine “monsignore” andrebbe preso nella sua accezione storica medioevale: prima di essere mutuato dall’ambiente ecclesiastico era un titolo onorifico che veniva conferito a re, principi e cavalieri. “Simbolo di floridezza nell'aspetto e di imponenza e disinvoltura nel portamento”, così leggiamo - alla parola “monsignore” - nel dizionario italiano. Professore di “Storia del pensiero politico contemporaneo” alla LUMSA dove ha anche insegnato “Filosofia della politica”, autore di numerose pubblicazioni. Fra i titoli, ricordiamo: “La società aperta e i suoi amici”, con lettere di I. Berlin e K. R. Popper, Città Nuova, Roma, 2008; “Il pensiero politico islamico del ’900. Tra riformismo, restaurazione e laicismo”, Rubbettino Editore, 2006; “Politica e Religione. La secolarizzazione nella modernità”, Città Nuova, Roma, 2004 e “La società aperta nel difficile cammino della modernità”, Rubbettino Editore, 2002. “San Francesco, patrono d’Italia” lo ha intervistato in merito agli ultimi avvenimenti che hanno sconvolto la Francia e l’Europa cristiana. 

Professor Pezzimenti, i recenti fatti di Nizza, di Lione e ancor prima di Notre Dame, e altre chiese  della Francia, registrano una vera e propria impennata di odio contro i simboli cristiani. Cosa c’è dietro a tanto odio?

Io penso che bisogna distinguere da quello che sta capitando in Francia, da ciò che sta accadendo nel resto del mondo. La Francia ha un itinerario assai particolare, anti-religioso, che non deriva soltanto dall’Illumisimo - come dicono in tanti - ma deriva da un certo tipo di cultura anticlericale che poi influenzerà da vicino la politica francese. Basti pensare che già nella seconda metà dell’ottocento la Santa Sede ha avuto problemi con la Francia. Quindi non possiamo pensare solo all’influenza dell’Islam. Cosa che magari capita in altri Paesi. 

Quali sono, allora, le radici più profonde di tutto questo?

Bisogna precisare che le radici sono più ampie di quello che possiamo immaginare. E non possiamo neanche paragonare la situazione francese a quello che capita in altri paesi dove è presente un forte anti-cristianesimo: perchè lì lo scontro ideologico ha preso il posto di quello religioso. Ci sono dei Paesi a nucleo islamico che ancora considerano il Cristianesimo come il “Cristianesimo delle crociate”. Apro una piccola parentesi su questo, doverosa tra l’altro: sarebbe opportuno precisare che questa idea del Cristianesimo delle crociate è assai ridicola.  Non solo per il fatto di essere presentata nel mondo d’oggi. Bisognerebbe tenere in considerazione che le crociate  - a loro tempo - sono state un evento che andava al di là delle motivazioni religiose. Si trattava di una vera e propria guerra mondiale che interessava tutto il mondo allora conosciuto: dall’estremo oriente sino alla Spagna e al Portogallo, passando per il Nord Africa.

Ci può spiegare meglio questo “vero” senso storico delle Crociate?Magari così comprendiamo con uno sguardo più approfondito il presente che abbiamo intorno. 

Le crociate sono state una forma di reazione a quello che stavano facendo - da secoli - i saraceni  nell’Europa centro-occidentale. Ora, ritornando all’impennata d’odio in Francia non possiamo non sottolineare la profonda valenza ideologica di tutto questo: sì, direi ideologica, per citare  Tocqueville. 

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