Lockdown: i sogni dei londinesi vanno al Museo
Nella capitale britannica la singolare raccolta che fa capo al progetto "Guardiani del Sonno"
Un museo di sogni, un' esposizione di sogni? I sogni abitano nei musei, nelle opere di pittori, scultori, artisti che dalla loro potente realtà furono ispirati. Ma sono una causa delle opere, non la loro forma finale. E invece ora un fatto che pare impensabile: il "Museum of London" sta raccogliendo le testimonianze dei sogni fatti durante la pandemia. Guardians of Sleep, Guardiani del Sonno è il titolo del progetto che vede la collaborazione del museo londinese, pienamente storico, con un altro museo, impalpabile, etereo, il "Museo dei Sogni". I londinesi sono chiamati a raccontare sogni vissuti in questo periodo drammatico, l' intenzione è di comprendere a fondo come il Covid 19 abbia trasformato le abitudini quotidiane e agito sull' inconscio delle persone.
Comprendere, e possibilmente migliorare la salute psicofisica della popolazione durante questo particolare periodo storico. Chi sono i due enti promotori di questa specie di strambo sogno? Il "Museo dei Sogni" è uno hub nato per esplorare il significato sociale e politico della vita onirica. Raccoglie sogni riportati per iscritto o a voce, e fornisce «una piattaforma per progetti narrativi». Indagare l' immaginario sociale, ascoltando racconti di sogni. Assemblare e estendere il lavoro vitale che la vita onirica fornisce al nostro mondo sociale e politico. Il "Museum of London", nel cuore della città, nato nel 1968, documenta la storia di Londra dalla preistoria ai nostri giorni, con spiccata attenzione all' archeologia e allo sviluppo urbano. Un' iniziativa unica, eccentrica, che non poteva nascere se non a Londra. Per due ragioni: una storica, l' altra mitica. La ragione storica: Londra è il simbolo più potente della resistenza, al nazismo e ai bombardamenti, Regina in prima fila. Londra resiste e combatte e non si arrende mai, contro qualunque aggressore: anche contro il Covid. "Guardiani del Sonno": certo il primo sostantivo indica i custodi invisibili del sogno che l' uomo conosce dai pittori sciamani delle caverne del paleolitico a Platone a Shakespeare.
Ma il termine "Guardiani" è forte, è da guerrieri difensori, da Resistenti. Londra resiste. Seconda ragione, mitica, di immediatezza lampante: Londra è la capitale mondiale del sogno. Quanti sogni hanno ispirato e creato Bisanzio,Venezia, l' Oriente? E l' Alessandria d' Egitto, Baghdad e le oasi delle Mille e una notte? E la capitale assoluta dell' immortale regno dei sogni è Londra. Nel suo cielo, nebbioso e giallastro e cupo di giorno, quando scende la notte e cade la neve, assistiamo a un viaggio meraviglioso: il ricco avaro misantropo Scrooge, la vigilia di Natale, è visitato da tre spiriti, li seguirà, prima recalcitrante e poi dolcemente, e volando in quel cielo vede la città dalla sua infanzia a quel momento, le chiese, i ponti, il porto, tutto rivive in quel volo magico. Terminato il quale Scrooge si sveglia nel suo letto, la mattina di Natale, cambiato, rinato, nel sogno del volo nel cielo londinese. Tre secoli prima di Scrooge, e del Racconto di Natale di Charles Dickens, nel cuore di Londra, in un teatro appena nato che aveva il nome del mondo, "The Globe", poiché era il mondo, una creatura di quel teatro londinese e del maestro Shakespeare affermava dalla scena: «Noi siamo della stessa stoffa di cui sono fatti i sogni».
Le parole del mago Prospero, nella Tempesta di Shakespeare, dove vola al suo servizio il fido e dolce Ariel, spirito e dei venti e ispiratore di sogno. E in quello stesso teatro nascono prodigiose vicende del regno onirico: il Sogno di una notte di mezza estate, la commedia che svela il reame del bosco notturno incantato dal sogno. Cinque secoli dopo nel cielo di Londra volano gufi bianchi, i postini del regno dei maghi, che portano i messaggi al bambino predestinato alla gloria di Hogwarts e della magia nel mondo: Harry Potter nasce e opera a Londra, a Londra appare, nel buio della notte in forma di gatta , la magica e splendida strega Minerva McGravitt, preside dell' università dei maghi a Londra il negozio di oggetti di magia mirabolanti dove il bambino Harry trova la sua bacchetta magica, a Londra la banca con i cassieri elfi. Sarà la City, nel linguaggio bassovolante del nostro tempo, resta la Capitale del sogno. Comprensibile, intelligente l' iniziativa dei due musei, quello murario della storia e quello virtuale dei sogni.
Ma, con tutta la stima, una domanda: perché occuparsi dei sogni dei londinesi di oggi solo durante e il Covid, e a causa del Covid? Perché solo i sogni inquietanti, destabilizzanti, potenzialmente incubosi? Perché non chiedere ai londinesi di raccontarci i loro sogni anche in pace, e non solo in guerra? Avete l' esempio in casa, il tempio i cui tutti i sogni prendono voce e volto e s' incontrano: è il Globe, il Teatro, l' autentico, semprevivente, Museo del sogno. (Avvenire)
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