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La Siria svuotata di cristiani

Elvira Ragosta Pixabay
Pubblicato il 12-11-2020

Sono fuggiti dalla guerra civile che ha devastato il Paese

Dal 2011 circa la metà della popolazione siriana ha dovuto abbandonare le proprie case per sfuggire alla guerra, alle violenze e alle distruzioni. Sono 4 milioni gli sfollati interni e 6 milioni i profughi all’estero. La maggior parte dei rifugiati ha trovato riparo negli Stati vicini: Turchia, Giordania, Libano, Iraq; gli altri si sono stabiliti tra Europa, Nord-America, Africa e Asia.

Una Conferenza internazionale sul rientro dei rifigiati

È dedicata al rientro in patria dei siriani che sono ora all’estero la Conferenza internazionale che si svolge l'11 e il 12 novembre a Damasco su iniziativa di Mosca. L’Organizzazione delle Nazioni Unite partecipa all’evento come “osservatrice”, mentre Unione europea, Stati Uniti e Turchia non vi prenderanno parte. Al tavolo, oltre alla Russia, siederanno Iran, Cina e delegazioni di Paesi che hanno di recente ripristinato, formalmente o di fatto, rapporti con Damasco dopo anni di tensione, come gli Emirati Arabi Uniti, l'Oman e il Libano.

L’Ue: non ci sono ancora le condizioni per un rientro

L’Ue in un comunicato rende nota la sua posizione: "L'Unione europea - si legge nel testo - è del parere che la priorità attualmente sia un'azione genuina per creare le condizioni per un ritorno sicuro, volontario, dignitoso e sostenibile dei rifugiati e degli sfollati interni alle loro aree di origine, in linea con il diritto internazionale e i parametri di protezione per il ritorno dei rifugiati in Siria". Secondo l'Unione Europea, la conferenza di Damasco è "prematura". L'Ue afferma che "sebbene la decisione di rimpatrio deve sempre essere individuale, le condizioni all'interno della Siria attualmente non si prestano alla promozione di rimpatri volontari su larga scala, in condizioni di sicurezza e dignità in linea con il diritto internazionale". (Vatican News)

 

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