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La lezione del virus può aiutarci nell'emergenza clima

Arianna Finos Greta Thunberg Twitter
Pubblicato il 13-11-2020

L'intervista a Greta Thunbergh

«Non mi piace la narrazione che vuole contrapporre l'emergenza del coronavirus e la crisi ambientale. Oggi è importante concentrare tutte le nostre forze sulla pandemia, è una priorità assoluta». Greta Thunberg, 17 anni, è gentile e assertiva nell'incontro via Zoom - è venerdi mattina, «ma oggi non c'è scuola» - in occasione dell'uscita on demand, domani, del documentario I am Greta, Una forza della natura. Il regista Nathan Grossman ha seguito da insider l'attivista svedese per un anno esatto: dal primo sciopero solitario davanti al Parlamento di Stoccolma fino al summit alle Nazioni Unite sul clima a New York. 

L'ambiente resterà schiacciato dall'attenzione monotematica nei confronti del coronavirus? Le proteste, le marce?
«Dobbiamo portare avanti le nostre manifestazioni nel modo in cui oggi è possibile e sicuro per tutti, rispettando ogni regola e misura di sicurezza. Le marce devono essere distanziate e soprattutto dobbiamo usare gli strumenti online. Ci sono iniziative locali creative, scioperi digitali settimanali di successo. Altri hanno fatto azioni simboliche, cartelli e scarpe fuori dai palazzi delle istituzioni. Per dire "vorremmo essere lì"». 

La pandemia ha anche un costo ambientale. Pensa che sia importante privilegiare misure a basso impatto ambientale, maschere riciclabili o riusabili?
«Non penso che dobbiamo guardare alla pandemia da coronavirus in questo senso, dobbiamo concentrarci su quella che è una tragedia. In un momento come questo è logico che altre questioni vengano messe in secondo piano. Non bisogna mettere a confronto la crisi pandemica e quella ambientalista, ma la risposta messa in atto dai governi contro il virus dimostra che siamo in grado di affrontare una crisi e che dobbiamo ascoltare la scienza. Se in futuro impareremo a trattare la crisi ambientale come una crisi, forse riusciremo davvero a cambiare le cose e anche a sensibilizzare di più le persone. E non si tratta solo del clima, ma anche dell'acidificazione degli oceani, della perdita di biodiversità, la diminuzione del suolo fertile. Se un virus può distruggere completamente le economie, significa anche che dobbiamo ripensare le cose e iniziare a vivere in modo sostenibile». 

Hillary Clinton alla scorsa Berlinale rilanciava l'allarme degli scienziati sul fatto che l'aumento della temperatura porterà sempre più agenti patogeni in circolazione.
«Non ho i dati per dire se ci sia una correlazione specifica con questo virus in particolare. In generale, le mutazioni climatiche e l'aumento delle temperature favoriscono il diffondersi di malattie legate a virus e parassiti». 

Sente il sostegno e l'affetto di tanti coetanei in tutto il mondo?
«Sì, ed è una sensazione bellissima. Sono grata a ognuno di loro». 

Il documentario è uno sguardo dall'interno alla sua vita e al suo viaggio. Le crisi e le risate, il rapporto con i genitori, gli incontri. Cos' ha pensato la prima volta in cui lo ha visto?
«Ho ripensato alle gioie e ai dolori equamente distribuiti nel periodo che ho vissuto, gli alti e i bassi. È stato bellissimo viaggiare e vedere come il movimento sia stato in grado di svilupparsi a un livello così alto, coinvolgere così tante persone. Questa è stata la cosa più importante; non è solo il mio percorso, ma quello di un movimento. Poi, per quanto mi riguarda, è difficile spiegare, ma mi soffermo a notare particolari - i miei capelli che sono un disastro in quella immagine - o mi fissi su cose che sono sullo sfondo. Mi colpiscono sempre i dettagli. Ed è anche strano vedere un film in cui dentro c'è la tua vita. Credo che il cinema abbia il grande potere di illuminarci e convincerci, magari questo film aiuterà un po' la nostra causa». 

Se potesse parlare con se stessa giovane che tipo di consiglio le darebbe?
«Non avrei molto da dirle, penso di essermi comportata bene. Forse le direi solo: divertiti, sarà faticoso ma anche molto piacevole». 

Ha scoperto lati nuovi del suo carattere?
«Non così tante cose che non sapessi già. Che sono una persona fortemente sensibile, ma anche molto salda. E sono una nerd, ma questo lo sapevo». 

Quali sono i prossimi progetti?
«Stiamo continuando a portare avanti la nostra causa in ogni modo possibile. Navighiamo giorno per giorno, nella situazione attuale è difficile pianificare un progetto, anche perché non so quando sarà possibile tornare a viaggiare». 

La speranza per la sua battaglia e per il pianeta resta intatta?
«Sì. Sono convinta che le sorti del pianeta siano ancora nelle nostre mani e che insieme possiamo farcela». (La Repubblica)

 

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