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 L'Europa unita contro l'antisemitismo

Tonia Mastrobuoni Pixabay
Pubblicato il 26-11-2020

In questi mesi di pandemia, in Germania e altrove sono riemersi vecchi pregiudizi

L'Europa dichiara guerra all'antisemitismo. Dopo mesi di pandemia e di recrudescenza dei complottismi, sempre più spesso caratterizzati da un odio inquietante contro gli ebrei, dopo il moltiplicarsi di attacchi antisemiti in tutto il continente, i governi europei hanno deciso che si impegneranno al prossimo vertice a «integrare la prevenzione e il contrasto all' antisemitismo a tutti i livelli». La Dichiarazione che Repubblica è in grado di anticipare e che sarà approvata al prossimo Consiglio dei capi di Stato e di governo, il 10 dicembre, prevede che la lotta all' antisemitismo «debba essere presa seriamente in considerazione nelle decisioni e nelle misure adottate dalle istituzioni dell' Unione europea e debba riflettersi in esse».

Cosa significhi concretamente l'impegno che l'Europa si accinge a scolpire nella pietra, lo spiega il responsabile tedesco per la lotta all' antisemitismo e sottosegretario all' Interno Felix Klein, che lo definisce «un grande successo». Il contrasto all' odio contro gli ebrei, precisa, «è così difficile perché in realtà dovrebbe essere trasversale. Di solito viene soltanto discusso dai ministeri dell' Interno o della Giustizia. Non è sufficiente: l'antisemitismo implica molti aspetti. I capi di Stato e di governo devono impegnarsi a riconoscere che è incompatibile con i valori dell' Unione e che deve diventare un tema dibattuto a ogni livello».

Klein fa l' esempio del Green Deal per spiegare la portata trasversale della Dichiarazione: «Ogni volta che si discuterà una misura europea, dovrà rispondere - in modo vincolante - alla domanda: che effetto può avere sulla lotta all' antisemitismo?». E potrà essere adottata soltanto se l' effetto sarà «positivo o almeno neutrale». La lotta all' antisemitismo dovrà diventare un filo rosso delle decisioni europee alla pari della lotta ai cambiamenti climatici. Il documento dichiara nero su bianco il contrasto all' odio contro gli ebrei «una priorità», e impegna alla creazione, al livello nazionale, di figure governative dedicate al tema, e «alla tutela della vita ebraica».

In Germania Klein è il primo responsabile per la lotta all'antisemitismo della storia. E ha commissionato i primi studi tedeschi sull' odio contro gli ebrei nel quotidiano: le offese, i pregiudizi, le espressioni di intolleranza che sino ad allora non venivano registrate dai rapporti perché non erano penalmente rilevanti, adesso figurano ufficialmente nelle statistiche. E ora Klein vuole portare la sua battaglia al livello successivo, quello europeo. «Vorrei che l' Agenzia europea per i diritti umani registrasse ogni episodio, anche quelli che non hanno una rilevanza penale. Ogni paese dovrebbe farlo per mostrare quanto sia diffuso l' antisemitismo, anche nel quotidiano. Solo se si rende visibile, l' antisemitismo può essere combattuto».

In questi mesi di pandemia, in Germania e altrove sono riemersi vecchi pregiudizi, leggende nere, persino un orribile pervertimento dei simboli della Shoah. Alle manifestazioni dei no mask sono spuntate stelle di David appuntate sul petto, paragoni immondi con Anna Frank. I negazionisti in piazza accusano gli ebrei di aver inventato il virus per guadagnare soldi con i vaccini e si sentono vittime di una persecuzione da parte dello Stato che chiede loro di rispettare le restrizioni. E la presunta appartenenza a una minoranza perseguitata o addirittura alla resistenza, spinge i manifestanti a confrontarsi con le vittime della più feroce persecuzione della storia, quella dei nazisti contro gli ebrei. Anche contro questa deriva bisogna combattere, sostiene Klein: «Con il coronavirus sono aumentate nuovamente le teorie cospirazioniste; i pregiudizi vengono espressi apertamente, sia online, sia alle manifestazioni contro le misure anti-covid del governo».

Un'altra battaglia che Klein intende portare avanti è quella delle strategie nazionali per la lotta all' antisemitismo. A dicembre del 2018 tutti i Paesi membri si erano impegnati a formularle. «Alla fine del 2020 - ricorda il sottosegretario - questo processo doveva essere concluso. Ma a quanto mi risulta solo sei Paesi hanno presentato i loro piani». L' Italia, ad esempio, non è tra essi. Per portare avanti in modo più efficace la battaglia contro i pregiudizi Klein chiede anche maggiori poteri per la Coordinatrice contro l' antisemitismo, Katharina von Schnurbein: «Penso che dovrebbe avere maggiore potere di azione. A settembre, alla conferenza europea sull' antisemitismo, il direttore dell' Agenzia per i diritti umani, O' Flaherty, ha rivelato che alcuni Paesi non hanno fornito le informazioni richieste su attacchi ed episodi antisemiti. Non è accettabile che questi Paesi dichiarino che l' antisemitismo, da loro, non esista». (Repubblica)

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