Napoli: sfrattato il circo che salva i ragazzi dalla Camorra
Scendi dall’auto e di corsa a infilarsi in un portone. «L’altro giorno hanno sparato a un ragazzo, meglio andare di fretta». A Barra, un quartiere nella periferia orientale di Napoli, la gente deve seguire regole ben precise, tenere gli occhi bassi e «non guardare mai verso alcune finestre», perché «lì ci abitano i camorristi».
I ragazzi sono tanti, il numero di dispersione scolastica è altissimo e quasi tutti hanno almeno un parente che ha avuto guai con la legge. Le strade sono strette e per parlare è meglio chiudere la porta dietro le spalle. Qui la sola cosa che funziona è la criminalità organizzata, che recluta i ragazzi e li arruola. In cambio uno stipendio, rischioso, ma sicuro.
L’alternativa al momento è una sola e paradossalmente si chiama scuola di circo. Il Tappeto di Iqbal è una cooperativa sociale che tenta di strappare i giovani dalla vita, ormai segnata, in mezzo alla strada e insegnare delle regole. «Chi sta con me deve andare a scuola: solo così possiamo lavorare insieme nella nostra palestra circense», spiega il presidente Giovanni Savino. Sui trampoli i bimbi si muovono sicuri, poi ci sono le palline, le clave: «Al posto delle armi propongo di diventare mangiafuoco. E il metodo funziona», continua Giovanni tanto che anche il Cirque du Soleil, dopo aver ammirato la tecnica dei ragazzi sui trampoli, ha proposto alla compagnia di collaborare. Ogni giorno 80 bambini dopo la scuola passano il pomeriggio nella cooperativa, mangiano, fanno i compiti e poi si allenano. Ma ancora per poco. La sede in cui l’associazione lavorava è stata messa sotto sfratto dal Comune di Napoli: «Stare in strada è troppo pericoloso, siamo stati aggrediti e minacciati, non posso fare correre il rischio ai bambini». Ora il Tappeto di Iqbal è ospite nelle stanze di una associazione locale.
Ma i soldi scarseggiano, l’amministrazione non passa i fondi e «quello che guadagniamo durante i nostri spettacoli in giro per l’Italia lo usiamo per pagare i ragazzi, altrimenti è normale tornare a fare parte della criminalità organizzata dove ricevere uno stipendio è facile». E qualcuno è già passato dall’altra parte della barricata.
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