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La storia della bandiera per la pace

Antonio Tarallo Ansa - Crocchioni
Pubblicato il 04-03-2022

Nel 1913 la prima bandiera e la marcia della pace di Assisi

La bandiera è un simbolo. E i simboli parlano, dicono, raccontano, denunciano o narrano. Una bandiera sventola al vento, alta e limpida così come il cielo. Una bandiera raccoglie - sotto di essa - donne e uomini, uniti tutti da un ideale che quella stessa bandiera esprime. Vessillo, così era chiamata anticamente: era l’insegna dell'esercito romano costituita da un quadrato di stoffa rosso.

Altro nome? Stendardo, chiamato anche gonfalone “di stati ed enti pubblici, istituzioni e associazioni, costituita da un drappo per lo più rettangolare di seta, cotone o velluto, ricamato, dipinto e spesso listato e frangiato, fissato per tutta la sua larghezza a un pennone sostenuto da un’asta verticale”, così l’enciclopedia Treccani lo definisce. Bandiera, dunque, uguale “simbolo”.

Sette colori e, al centro, una sola parola, altisonante: Pace. Una pace che oggi viene, con forza, pregata, richiesta. Ma qual è la storia di questa bandiera? Dobbiamo risalire al 1897 quando la contessa Cora Slocomb Savorgnan di Brazzà disegnò la prima bandiera della pace. Cora, che credeva profondamente nella pace e nell’apporto delle donne alla vita politica, divenne Presidente dell’International Arbritation and Peace Association, fondata a Londra nel 1880, all’interno dell’International Council of Women. Fu lei a disegnare una bandiera promotrice di pace: era gialla, viola e bianca, i colori preferiti da Cora. Nel campo centrale, viola, vi era uno stemma bianco, sormontato da due mani che si congiungono, collegate da due ali in mezzo alle quali era inserita una stella. Vi era anche ricamata una frase: “Pro concordia labor”, “Lavoro per la concordia, la pace”.

Dobbiamo aspettare il 1913 per vedere la prima bandiera della pace così come la conosciamo noi: compare in una cartolina allegorica pubblicata in occasione dell'Esposizione universale di Gand svoltasi dal 26 aprile al 3 novembre del 1913. L'immagine raffigura il Palazzo della pace de L’Aia, sormontato da una grande bandiera a sfondo nero con delle stelle bianche; all’interno di questa vi sono rappresentati un mondo collegato da dei lacci alla bandiera della pace costituita da sette colori (viola, blu, azzurro, verde, giallo, arancione e rosso).

La diffusione popolare della bandiera avviene negli anni ‘60. Epoca di fermento politico per la pace: sono gli anni della contestazione della guerra del Vietnam, gli anni della preoccupazione per il mondo diviso in due blocchi.

In Italia troviamo un uomo che ha dedicato l’intera sua esistenza al tema della pace. Stiamo parlando di Aldo Capitini - per molti, il Gandhi italiano - che con la sua prima edizione della Marcia Perugia-Assisi del 1961, si ispirò alla bandiera dei pacifisti anglosassoni che nel 1958, guidati dal filosofo Bertrand Russell, marciarono per protestare contro la base nucleare di Aldermaston. Capitini fece cucire insieme, da alcune amiche perugine, delle strisce colorate che rappresentavano l’iride di pace. Fu quella bandiera ad essere portata alla prima edizione della marcia per la pace.

Nel cielo oggi dovrebbe sventolare una sola bandiera, magari al suono di una vecchia filastrocca di Gianni Rodari: “Non sarebbe più conveniente/ il temporale non farlo per niente? / Un arcobaleno senza tempesta,/ questa sì che sarebbe una festa./ Sarebbe una festa per tutta la terra/ fare la pace prima della guerra”.

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