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Kenya, attacco jihadista al campus 147 morti, alcuni decapitati. La condanna di Papa Francesco

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Croce Rossa: Più di 60 morti

Il Papa "condanna questo atto di brutalità senza senso e prega per un cambiamento del cuore di chi lo ha perpetrato". "Profondamente rattristato dalla immensa e tragica perdita di vite", il Papa prega per le vittime e i loro cari. Lo si legge in un telegramma al card. Njue inviato dal card. Parolin a nome di papa Bergoglio sulla strage a opera dei terroristi islamici di Al Shabaab avvenuta in un campus universitario in Kenya.

Attacco di un commando armato al campus universitario di Garissa, nel nord-est del Kenya, a 150 chilometri dalla frontiera con la Somalia. Il bilancio provvisorio, riferiscono fonti del ministero dell’Interno, è di 147 morti. Le stesse fonti hanno aggiunto che «l’assedio è finito». Quattro degli aggressori sono stati uccisi. Il campus conta 815 studenti e circa 60 insegnanti. L’attacco è stato rivendicato dalle milizie al Shabaab. Il Kenya ha imposto il coprifuoco dal tramonto all’alba, tra le 18,30 e le 6,30, a quattro regioni vicine al confine somalo, per ragioni di sicurezza. Il ministro dell'Interno Joseph Nkaissery ha raccontato che gli assalitori «Sono esplosi come delle bombe». Avevano addosso degli esplosivi ed erano muniti di AK-47, e quando sono stati colpiti dai proiettili sparati dalla sicurezza «sono saltati in aria». Le schegge dell'esplosione - ha aggiunto il ministro - hanno ferito alcuni agenti



La dinamica e i responsabili

All’alba alcuni miliziani armati, presumibilmente Shebaab somali, sono penetrati nel campus, che ospita 887 studenti, e si sono asserragliati in un dormitorio. Sono arrivati nel campus da una vicina moschea, hanno ucciso due guardie e si sono poi recati negli alloggi degli studenti. Per diverse ore, secondo i media keniani e la Croce Rossa, sono risuonate esplosioni e colpi di arma da fuoco. La polizia ha offerto una taglia di 220mila dollari per Mohammed Mohamud, conosciuto anche come Dulyadin e Gamadhere, considerato dall'intelligence kenyana il capo delle operazioni degli al Shabaab in Kenya e ritenuto la mente dell’attacco. Un sospetto è stato arrestato. Lo ha riferito il ministro dell’Interno del Kenya, Joseph Nkaissery, precisando che l’uomo è stato fermato mentre stava cercando di fuggire dal luogo dell’assalto.



Cristiani nel mirino

«Quando gli assalitori sono arrivati nel dormitorio», ha riferito Collins Wetangula, di una associazione studentesca, «hanno iniziato a chiedere se eravamo cristiani o musulmani. Ai primi sparavano sul posto». Un altro testimone ha detto alla Reuters che i militanti hanno liberato i musulmani, mentre hanno ucciso diversi cristiani. Altri cristiani, ha aggiunto l'uomo, sono ancora tenuti in ostaggio dagli insorti.

Il racconto dei testimoni

I feriti, ha fatto sapere la Croce Rossa keniana, sono stati portati in ospedale. 

Un altro testimone, Ishmael Abdikadir, racconta che «alcuni di loro hanno le gambe tagliate e la maggior parte ha ferite da arma da fuoco». Tra le vittime, inoltre, alcune sono state decapitate, in stile Isis, riferiscono alcuni dei sopravvissuti citati dalla rete all news sudafricana News24. Winnie Njeri, una delle studentesse riuscite a scappare, ha dichiarato di aver «visto corpi senza teste» quando è stata tratta in salvo delle truppe di Nairobi.

I precedenti

Il Kenya è stato teatro di diversi attentati terroristici portati a termine dagli estremisti islamici somali Shabaab, il più sanguinoso nel 2013 in un centro commerciale di Nairobi. (Corriere)

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