approfondimenti

Francescanesimo/ I compagni di San Francesco, Egidio

Felice Accrocca
Pubblicato il 30-11--0001



Egidio fu il terzo frate a seguire Francesco, come i Compagni ribadirono più e più volte nei loro ricordi. Non appena Bernardo e Pietro Cattani, distribuiti i loro beni ai poveri, seguirono il figlio di Pietro Bernardone subito ne condivisero le condizioni di vita. Otto giorni dopo, mentre si trovavano a Rivotorto, essi furono raggiunti da Egidio, che visse con loro per alcuni giorni, continuando però a indossare le sue vesti consuete. Un giorno venne da loro un povero a chiedere l'elemosina e Francesco intimò all'ultimo arrivato di donargli il proprio mantello. Questi accondiscese subito, senza alcuna resistenza, sperimentando nel cuore – proprio per quel dono allegramente fatto – una “grazia nuova”. Qualche tempo dopo Francesco lo prese con sé e insieme si diressero verso la Marca di Ancona, mentre gli altri due restarono in Assisi: Francesco lodava e benediva Dio, cantando in francese le lodi di Lui, ed erano entrambi ripieni di tanta gioia spirituale, a motivo del fatto che, liberatisi di ogni cosa, sentivano di possedere tutto nel Signore. Da quel momento Egidio seguì tutte le fasi della crescita della sua famiglia religiosa, trovandosi ancora vicino a Francesco negli ultimi giorni di vita del Santo. Visse esperienze diverse, solo apparentemente contrastanti. Nella prima fase della sua esistenza, fino al 1226, s'impegnò a vivere del lavoro delle proprie mani, mendicando di porta in porta il proprio pane quando il lavoro non gli dava di che vivere; dopo il 1226 s'immerse invece in un'esperienza contemplativa, che caratterizzò per lunghi decenni la sua vita. Fu forgiato, come oro nel crogiuolo, dalla sapienza del Vangelo, e questa sapienza riversò nei suoi Detti, attentamente meditati da generazioni e generazioni di frati e di cristiani. Salimbene da Parma, noto cronista del 1200, lo definì “santissimo frate”, e ripetendo uno dei questi detti (“Grande grazia è non avere alcuna grazia”) ne dette anche la spiegazione: “intendeva riferirsi – dice – non alle grazie infuse, ma a quelle acquisite, poiché a causa di queste non pochi conducono mala vita”. Egidio morì nel 1262, a Perugia, dove aveva vissuto lungamente e dove fu sepolto.

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