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La Pasqua e i suoi simboli/La colomba, il pane, agnello, uovo

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



La Pasqua, festa della tradizione ebraico-cristiana, è carica di significati e di simboli. In essa si ritrova il memoriale della liberazione di Israele dalla schiavitù d'Egitto e l'evento della morte in croce e della risurrezione di Gesù.

È il momento in cui si suggella l'intervento diretto di Dio nella storia. Il cardinale Carlo Maria Martini ha osservato lo scorso anno: «È il giorno per eccellenza dei cristiani. Il messaggio di Cristo ha senso perché c'è Pasqua». Una festa che lascia tracce. Continuamente. E accanto a esse ricordi, momenti, immagini. Al di là degli eventi prodigiosi, è il caso di ricordare che ogni persona, indipendentemente dalla sua fede, conserva di essa alcune emozioni. Forse perché i simboli che la Pasqua reca con sé sono particolarmente legati alle speranze e ai bisogni dell'uomo, forse per ragioni che si scoprono lentamente con lo scorrere dei giorni.

Parlando con Franco Scaglia, per esempio, uomo che conosce la televisione e il teatro e ha scritto libri come Il custode dell'acqua o Cercando Gesù (quest'ultimo con il vescovo Vincenzo Paglia; entrambi editi da Piemme), si scopre che per lui la Pasqua resta legata a due simboli: l'entrata con i pellegrini nella Basilica del Santo Sepolcro per accostarsi alla pietra dell'unzione, la colomba della pace. Se la seconda, segno di dolcezza e fratellanza universali, «colpisce gli animi ed evoca lo spirito dell'Arca di Noè», il primo è il luogo dove il corpo di Cristo venne preparato per la sepoltura (i fatti si leggono nel Vangelo di Giovanni 19,38 e seguenti). Egli rimase incantato da quella pietra che tutti toccano, accarezzano, strofinano e sulla quale si cerca di posare qualcosa, un rosario o una fotografia, un piccolo oggetto o chissà che altro. Non a caso è stata sostituita nel tempo —quella attuale risale al XIX secolo — e altre verranno. «Da lì emana una forza che non si spiega con le parole», ci confida Scaglia. Come dargli torto? Alessio II, patriarca di Mosca e di tutte le Russie, un giorno corresse chi sta scrivendo che gli chiedeva se una certa icona fosse autentica. «Un'icona è vera per le preghiere che ha ricevuto, non per altri motivi», è stata la sua risposta.

Per questo la pietra dell'unzione diventa autentica ogni volta che si rinnova. Gianantonio Borgonovo, biblista e direttore della Biblioteca Ambrosiana, canonico del Duomo di Milano, ama della Pasqua i simboli dell'agnello e del pane azzimo. Univano due feste antichissime che rimandavano alla pastorizia e al mondo agrario. Originariamente, come tutte le celebrazioni rituali, la Pasqua era legata al ciclo della natura. Ci confida: «L'agnello indica il sacrificio utile per allontanare ogni pericolo dal gregge. Quando la celebrazione si fa memoria storica, diventa simbolo del sacrificio che garantisce la vita attraverso la vittoria sulla morte; ovvero la morte dell'agnello si trasforma in vita per colui che ne mangia la carne. E il suo sangue, asperso sugli stipiti della case, protegge contro lo sterminatore che salta quella dimora non uccidendone i primogeniti (Esodo, capitoli 12 e 13)». E ancora: «L'azzimo, pane senza lievito, segna il cambiamento della stagione. Con la primavera introduce un nuovo ciclo del tempo che dà senso alla storia dell'uomo». Questi due simboli fondamentali sono riletti anche dalla Pasqua cristiana che — prosegue Borgonovo — «vede nel crocifisso l'agnello che dà vita oltre la morte e nel pane azzimo il nuovo tempo che trasforma l'andare verso la fine in una speranza di risurrezione».

L'apostolo Paolo ricorda che Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato e dalla vita deve scomparire l'azzimo vecchio di malvagità. Per un filosofo come Giovanni Reale il simbolo più forte della Pasqua va cercato «nel rovesciamento del senso dell'uomo». Agostino nel Commento al Vangelo di Giovanni, che lo stesso Reale ha curato per Bompiani, così si esprime: «Rallegriamoci dunque e ringraziamo perché noi con Cristo non siamo soltanto cristiani, ma siamo diventati Cristo. Se, infatti, Egli è la testa e noi siamo le membra, l'uomo nella sua interezza è Lui e Noi».

Qualcuno aggiungerà che la Pasqua è anche nell'uovo, simbolo che si moltiplica nelle forme e nei gusti. Ma questo è un argomento infinito. In esso, presente in ogni mitologia, si riflette il seme primordiale. O la sapienza. O la fertilità.

O forse èmeglio concludere: la stessa Pasqua. Che ha trasformato e rivoluzionato i simboli della storia.(Corriere della Sera)

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