Lo spirito di Assisi/ABBIAMO BISOGNO DI ASCOLTARE FRANCESCO
Per san Francesco d'Assisi, il presupposto
di ogni dialogo era la povertà.
Non si può parlare di dialogo
senza includere l'ascolto reciproco,
e non si può prestare ascolto senza
ammettere una qualche forma di
povertà interiore, come la povertà
del silenzio, che ci serve per ascoltare
le parole dell'altro, e la povertà di
riconoscere che l'altro può donarci
qualcosa di cui abbiamo bisogno.
Francesco ci invita
ad abbracciare la sua povertà nel nella
maniera più
adatta alla nostra
condizione.
Noi lodiamo il
suo atteggiamento
positivo verso il mondo
naturale. Era una grande apertura e attenzione a ciò che il creato comunicava
a Dio con il semplice fatto
di esistere, cioè lode e gratitudine.
Questo è lo spirito con cui Francesco
compose il Cantico delle Creature
e, come vediamo dai versi
conclusivi del Cantico, è anche
lo spirito con cui il discepolo di
Gesù deve accostarsi al dolore e
alla morte, per trovare anche
là motivo di lode al Signore.
Negli incontri di Assisi dovremo
ascoltare Francesco e
chiedergli di pregare per noi.
Nel
nostro dialogo dobbiamo trovare il
coraggio di stare in silenzio insieme:
non già perché non abbiamo niente
da dire o nessuna verità da condividere,
ma in quanto consapevoli,
e grati, che Cristo ci ha assicurato
un posto nella sua vita e preparato
per noi incontri in cui lo ritroveremo
e riconosceremo in persone e
situazioni diverse. Quando stiamo
in silenzio nel nome di Cristo, scopriamo
che Egli ci viene incontro
anche in modi imprevisti, e ci
liberiamo del desiderio pressante
di prevalere sull'altro pur di
conservare il controllo della situazione.
Viene spesso fatto notare che
la vocazione di Francesco era
tale da essere praticamente irriproducibile.
Francesco era
un uomo le cui azioni trasformavano
la potenzialità di
tutti quelli che lo avvicinavano;
servire spontaneamente
l'universo era per lui un'esigenza
irreprimibile Negli incontri che faremo ad Assisi
dobbiamo pregare di condividere
per quanto possibile questa comunione
con il logos.
Noi cristiani fondiamo
la nostra vita, i nostri atti e
le nostre parole sulla certezza che il
logos si è incarnato in Gesù Cristo, e
che nella comunione con Lui vi è la
comunione con ogni persona e ogni
cosa. Ma questo non esclude gli altri,
né signifi ca che non abbiamo
nulla da ascoltare o vita da ricevere
da quanti hanno convinzioni diverse
dalle nostre. È proprio a causa di
Cristo, e dei suoi servi e amici come
Francesco, che possiamo trovare il
coraggio di abbracciare la povertà e
tendere la mano per ricevere. E lo
facciamo nella speranza e nella preghiera
che in tale incontro possiamo
svolgere una minuscola parte della
continua opera di Dio, volta a spalancare
tutto il creato al suo amore
e alla sua bellezza.(Rowan Williams)
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