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Lo spirito di Assisi/ABBIAMO BISOGNO DI ASCOLTARE FRANCESCO

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Per san Francesco d'Assisi, il presupposto di ogni dialogo era la povertà. Non si può parlare di dialogo senza includere l'ascolto reciproco, e non si può prestare ascolto senza ammettere una qualche forma di povertà interiore, come la povertà del silenzio, che ci serve per ascoltare le parole dell'altro, e la povertà di riconoscere che l'altro può donarci qualcosa di cui abbiamo bisogno.

Francesco ci invita ad abbracciare la sua povertà nel nella maniera più adatta alla nostra condizione. Noi lodiamo il suo atteggiamento positivo verso il mondo naturale. Era una grande apertura e attenzione a ciò che il creato comunicava a Dio con il semplice fatto di esistere, cioè lode e gratitudine.

Questo è lo spirito con cui Francesco compose il Cantico delle Creature e, come vediamo dai versi conclusivi del Cantico, è anche lo spirito con cui il discepolo di Gesù deve accostarsi al dolore e alla morte, per trovare anche là motivo di lode al Signore. Negli incontri di Assisi dovremo ascoltare Francesco e chiedergli di pregare per noi.

Nel nostro dialogo dobbiamo trovare il coraggio di stare in silenzio insieme: non già perché non abbiamo niente da dire o nessuna verità da condividere, ma in quanto consapevoli, e grati, che Cristo ci ha assicurato un posto nella sua vita e preparato per noi incontri in cui lo ritroveremo e riconosceremo in persone e situazioni diverse. Quando stiamo in silenzio nel nome di Cristo, scopriamo che Egli ci viene incontro anche in modi imprevisti, e ci liberiamo del desiderio pressante di prevalere sull'altro pur di conservare il controllo della situazione. Viene spesso fatto notare che la vocazione di Francesco era tale da essere praticamente irriproducibile. Francesco era un uomo le cui azioni trasformavano la potenzialità di tutti quelli che lo avvicinavano; servire spontaneamente l'universo era per lui un'esigenza irreprimibile Negli incontri che faremo ad Assisi dobbiamo pregare di condividere per quanto possibile questa comunione con il logos.

Noi cristiani fondiamo la nostra vita, i nostri atti e le nostre parole sulla certezza che il logos si è incarnato in Gesù Cristo, e che nella comunione con Lui vi è la comunione con ogni persona e ogni cosa. Ma questo non esclude gli altri, né signifi ca che non abbiamo nulla da ascoltare o vita da ricevere da quanti hanno convinzioni diverse dalle nostre. È proprio a causa di Cristo, e dei suoi servi e amici come Francesco, che possiamo trovare il coraggio di abbracciare la povertà e tendere la mano per ricevere. E lo facciamo nella speranza e nella preghiera che in tale incontro possiamo svolgere una minuscola parte della continua opera di Dio, volta a spalancare tutto il creato al suo amore e alla sua bellezza.(Rowan Williams)

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