ATTUALITÀ DI GUBBIO
Ammansire
La vicenda del lupo di Gubbio, che Santo Francesco avrebbe ammansito dalla ferocia
mostrata verso gli abitanti della città, viene narrata nel libro dei fioretti delle fonti
francescane e nel tempo è andata soggetta a molteplici interpretazioni, tutte volte a
cercare di dare identità plausibile alla figura della lupa ritenuta troppo simbolica. Ora se è
vero che il pericoloso animale è al centro dell'azione del poverello di Assisi, vero è altresì,
e a maggior ragione, che proprio le gesta dell'uomo di Dio ci devo far riflettere.
Al tempo che Francesco viveva nel contado di Agobbio tutti erano spaventati dal male che
si abbatteva su di loro e sui loro beni, e nessuno più aveva il coraggio di combatterlo. Il
Santo si, non teme, ascolta il dolore e la paura dei fratelli e apertamente, senza alcun
dubbio scende ad affrontarne un altro, fratello lupo, prima che la divisione e la
contrapposizione diventi insanabile.
Quale arma in più ha Francesco diversamente dai cittadini di Gubbio? Lo sguardo filtrato
dal pregiudizio della fraternità e la tenerezza amorevole del Padre di tutti che è la ragione
di questo universale legame fraterno tra tutte le creature.
Ora se ammansire sta per “rendere mansueto” in realtà Francesco di Gubbio da a tale
azione una nuova significazione. Cerca il lupo, lo saluta nel segno della fraternità, ascolta
e riconosce i suoi bisogni e e se ne fa carico. Co la sua presenza si mette tra il male e il
suo autore rivelandogli che la sua violenza non ha cancellato la parte buona. Gli offre una
via di soluzione al problema, così da non lasciargli un'unica possibilità di reazione, e
investe fiducia nella sua mansuetudine profonda. Gli si fa alleato nel bene e si offre come
garante di questa sua conversione davanti agli altri. Ed ecco che emerge dal duro cuore di
quel fratello divenuto feroce per difendere la propria vita, la nota divina dell'armonia e della
concordia che tutti abbiamo impressa in noi. Francesco non ammansisce “la perniciosa
lupa” ma gli permette di tirar fuori e far vincere in sé la mansuetudine di cui siamo fatti.
Come non pensare che questo è il solo modo con cui i fratelli possono disinnescare ogni
umana durezza e ammansirsi gli uni gli altri nel nome dell'unico Padre. E che questa è
anche la vocazione della Chiesa in mezzo al mondo.
(Mons. Luciano Paolucci Bedini)