STORICITÀ DI FOLIGNO/TREVI

Vendere e donare

E assunto uno scudiero, salì a cavallo, dirigendosi alla volta della Puglia. Giunto a Spoleto, preoccupato del viaggio, a notte fatta si stese per dormire. E nel dormiveglia udì una voce interrogarlo dove stesse andando. Lui rivelò per ordine tutto il suo progetto. E la voce: « Chi può meglio trattarti: il Signore o il servo? ». Rispose: « Il Signore ». Replicò la voce: « E allora perché abbandoni il Signore per il servo; il Principe per il dipendente? ». Francesco rispose: « Signore che vuoi ch'io faccia? ». Disse: « Ritorna nella tua città, per fare quello che il Signore ti rivelerà ». Per grazia divina si sentì subito mutato, così gli pareva, in un altro uomo.

La mattina seguente prese la via del ritorno, secondo gli era stato comandato. E, arrivato a foligno, vendette il suo cavallo e le vesti che aveva indossato nell'andare in Puglia; e si vestì più poveramente, e riprese il viaggio, portando con sé il denaro che ne aveva ricavato. Giunto nelle vicinanze di Assisi, si fermò in una chiesa eretta in onore di San Damiano, e incontratovi un povero sacerdote ivi dimorante, di nome Pietro, gli affidò in custodia quei soldi. Ma il prete ricusò, non avendo dove tenere al sicuro il denaro. Francesco allora gettò con disprezzo la sua borsa in una finestra di quella chiesa. E mosso da ispirazione divina, vedendo che quella povera chiesetta minacciava rovina, propose di restaurarla con quei soldi e di fissare lì la sua abitazione. Proposito che, in seguito a invito di Dio, mise poi in esecuzione

Venuto a conoscenza della cosa, suo padre, che lo amava a modo suo e bramava riavere i quattrini, se la prese con lui e, coprendo Francesco di improperi, esigeva indietro i soldi. Alla presenza del vescovo di Assisi, lietamente diede al padre il denaro e le vesti stesse che indossava, rimanendo nudo: il vescovo lo abbracciò e coprì col proprio mantello

(FF 1492-1494)