SPIRITUALITÀ DI ALVIANO
Dalla predica nasce un popolo
Le piazze delle antiche città sono state da sempre il cuore della comunità. Nel Medio Evo anche nei
piccoli paesi, costruivano piazze, delimitate generalmente dal palazzo del popolo, dalla chiesa,
dall’università, dal mercato. Molte piazze ancora oggi conservano l’antica bellezza e sembra di
ascoltarne il vociare, eco di interessi vari, personali o contrapposti. In esse i predicatori, spesso
religiosi, eremiti o laici itineranti, a voce elevata, annunciavano i proclami, comunicazioni varie,
spesso veri e propri sermoni o prediche di esortazione, di minaccia o di istruzione. E il popolo,
secondo la fama che precedeva lo stesso predicatore, accorreva più o meno numeroso, mosso dai
più svariati sentimenti: interesse, curiosità, devozione, consolazione.
Il Poverello d’Assisi, nella sua missione itinerante, spesso predicava nelle strade e nelle piazze, con
l’esempio e con la parola. Annunciava “con brevità di parole il Vangelo di Gesù”, invitava alla
conversione, esortava alla pace e al bene, spronava la gente ad affrontare i problemi con coraggio. E
tanti accorrevano ad ascoltarlo perché riconoscevano in lui la presenza del Signore e restavano
grandemente edificati dalla sua vita santa.
Alviano, piccolo borgo tra Orte e Orvieto in provincia di Terni, sorto proprio attorno alla piazza,
sovrastata da un maestoso castello, che nel tempo crebbe di dimensioni e di fama, ebbe la grazia di
ospitare Francesco d’Assisi in uno dei suoi viaggi, verso l’anno 1212.
La tradizione vuole che abbia trovato ospitalità nell’eremo-romitorio di Santa Illuminata del
Marruto, dove ancora si conserva la pietra, sulla quale, si narra, abbia dormito il Santo. L’eremo
ospitò altri frati, famosi per vita santa e compagni di san Francesco: Frate Ginepro di Assisi,
immortalato dai Fioretti, il Beato Giovanni Tientalbene (1255), e successivamente il beato Giovanni
di Alviano (1313) e il beato Pacuccio (1484).
Ad Alviano è legato l’episodio di san Francesco, che intima alle rondini di tacere per consentirgli di
predicare e sempre ad Alviano, Francesco promette ai fedeli di istituire una nuova forma di vita, in
quello che sarà il Terz’Ordine Francescano, perché anche i laici potessero condividere il suo stile di
vita evangelica.
Eccone la descrizione, desunta dal primo biografo francescano, frate Tommaso da Celano: "Un
giorno (san Francesco), recatosi in un borgo di nome Alviano, per annunciarvi la divina parola, e
salito su un luogo più alto (pare il loggiato del Castello rivolto verso la piazza con i fedeli) per
poter esser visto da tutti, cominciò a chiedere silenzio. Ma mentre tutti tacevano e si preparavano ad
ascoltare con devozione, parecchie rondini, che là facevano i loro nidi, continuavano a garrire e a
fare strepito. E il beato Francesco, non potendo essere udito dal popolo per il loro garrire, disse
rivolto agli uccelli: "Sorelle mie rondini, ormai è tempo che parli anch'io, perché voi avete finora
parlato abbastanza; ascoltate la parola di Dio, stando zitte e quiete, finché il discorso sia finito". E le
rondini, con stupore e meraviglia di tutti i presenti, subito tacquero, e non si mossero di là, finché
non fu terminata la predica. Gli uditori allora, meravigliati, presero a dire: "Veramente quest'uomo è
santo e amico dell'Altissimo!". E cercarono con grande devozione di toccargli almeno le vesti,
lodando e benedicendo Dio" (I Cel., 59; cf. S. Bonaventura, Leg. Maior, XII, 4).
“I Fioretti”, all’inizio del XIV sec. aggiungono un particolare, già presente in altri biografi.
Mentre le rondini tacevano il beato Francesco “predicò in tanto fervore di spirito che tutti gli uomini
e le donne di quel castello, per devozione, gli volevano andare dietro e abbandonare il castello; ma
santo Francesco non lasciò che lo facessero, dicendo loro: "Non abbiate fretta e non vi partite: ed io
ordinerò quello che voi dobbiate fare per salute dell'anime vostre". Ed allora pensò di fare il Terzo
Ordine, per universale salute di tutti” (Fioretti, cap. XVI)”.
Gli storici hanno valutato e vagliato per molti secoli la questione circa il luogo dove avvenne la
promessa e poi la fondazione del Terzo Ordine Francescano; molti, tratti in inganno dalla errata
lettura o anche dall'errata grafia dei manoscritti, hanno spostato altrove lo stesso "miracolo delle
rondini", basandosi soltanto sui "Fioretti" (edizioni tardive), e trascurando di ritornare alle fonti
primitive. Sta di fatto che, invece, questa predicazione (con conseguente miracolo del "silenzio
delle rondini") avvenne sicuramente ad Alviano; esistono tantissimi elementi per poter affermare
che qui avvenne anche la promessa dell'Ordine dei Penitenti francescani, i quali avrebbero dovuto
testimoniare, nel mondo e nei secoli, la loro fedeltà al Vangelo, seguendo la spiritualità e l'esempio
di San Francesco. (Cfr Luciano Canonici, Alviano una rocca, una famiglia, un popolo, ed.
Porziuncola 1983).
(Giuseppe Piemontese OFM Conv, vescovo di Terni-Narni-Amelia)