testimonianze

IO PELLEGRINO A LA VERNA

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



È il 12 Maggio 2011. Un giorno ricco di sole. Ed eccomi pellegrino. Dopo qualche anno ho riveduto la Verna, questo meraviglioso santuario francescano con le memorie di un tempo che fu, quando all'età di otto anni iniziai a frequentarlo. Ora, ottantottenne, l‘ho riveduto con sguardi attenti, seguiti da forti emozioni. Nella prima mattina il monte Alverna si e presentato in tutta la sua magnificenza. Un panorama stupendo. Al centro, sopra un'orrida scogliera, la Cappella delle Stimmate. E tutto un verdeggiare di faggi, di abeti, di alberi vari che al primo calore primaverile si sono risvegliati nella loro bellezza per rendere lode al Creatore. Che quadro ammirevole, splendido, mi ha offerto madre natura! La Verna! Un monte sacro! Il calvario di S. Francesco! Lassù "nel crudo sasso intra Tevero e Arno da Cristo prese l'ultimo sigillo".


Sì, proprio lassù, sul precipizio della scogliera che cala a piombo sui prati verdi, S. Francesco ricevette da Cristo l'attestato di un amore sconfinato: le stimmate. Mentre fisso quella cappella, da una parte sospesa nel vuoto del precipizio, provo una profonda emozione; felice anche perché la natura con tutta la sua bellezza mi da il benvenuto con tanta generosità. Sono molto affezionato alla Verna perché in questo storico Santuario, dove tutto parla di S. Francesco, avvertii la vocazione alla vita francescana. Ieri la memoria mi ha riportato molto lontano, agli anni della mia fanciullezza, quando, nel 1932 "scoprii" le meraviglie del monte di S. Francesco. La Verna è stata il punto di partenza per la mia favolosa avventura francescana che ha dato un senso alla mia vita. Alla Verna ho vestito il saio francescano, ho vissuto l`anno del noviziato per fare la prima esperienza della “Regola” dei Frati Minori.


Oggi, all‘età di 88 anni, sono ritornato alla Verna dove la memoria mi fa rivivere un tempo lontano. Anche nella terza età mi sento sempre frate minore con l'entusiasmo di un giovane perché con l`ideale francescano non si invecchia mai. Quassù, alla Verna, ho pregato in tutti i luoghi sacri: la chiesina di S. Maria degli Angeli, voluta espressamente da S. Francesco quale copia della Porziuncola di Assisi; la Cappella della Maddalena, che conserva sull'altare la pietra dove Gesù sedette accanto a S. Francesco; il Sasso Spicco, tanto caro al Poverello che lo saluto nel suo discorso di addio alla Verna. Molto raccolto, entro tra i massi che custodiscono il letto del Santo. Ma l'emozione più forte l'ho provata nella Cappella delle Stimmate. Qui è segnato il luogo con una lapide esagonale dove Francesco divenne "un altro Cristo".


Primo pomeriggio nel "cuore" del Santuario. Fortunatamente sono solo e mi fermo a meditare sull'inginocchiatoio dove conobbi Giorgio La Pira. Il gioco della memoria ha funzionato ad un ritmo veloce. Quanti ricordi ho riveduto in una pellicola che non finiva mai. Quanto era bella e commovente la meditazione in quel luogo sacro! Il mio pellegrinaggio si realizzava sempre più. Questo è il luogo dove all'alba del 14 o 15 settembre del 1224 il Serafino alato impresse nel corpo di S. Francesco le Sacre Stimmate. Che silenzio intorno a me! Che pace! Un momento veramente di grazia. Lo fisso nella memoria per riviverlo. Pellegrinando, entro nella Basilica del Santuario. Architettonicamente dice ben poco. Però ha due grandi privilegi:
l) di essere ricca di tavole robbiane, alcune meravigliose;
2) di custodire l'abito e il sangue di S. Francesco. Sangue intriso in un pannolino gelosamente raccolto da Frate Leone.


Qui la preghiera di obbligo. Quelle reliquie parlano. A me il compito di capirne il linguaggio. Ci tengo. Mi inginocchio. Li, nella Cappella delle Reliquie sistemata con somma cura dai bravi frati della Verna, sento Francesco più vicino. Mi domando: ma io sono vicino a Francesco? La risposta alla coscienza. Il mio pellegrinaggio finisce qui. I miei occhi sono stati due lenti di una telecamera che mi ha permesso di registrare nella memoria luoghi e reliquie indimenticabili. Francesco mi ha sempre affascinato. Il pellegrinaggio alla Verna me lo ha fatto rivivere. Accanto a me.
Fra Ugolino Vagnuzzi

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