Incontri di Pace: LA STORIA
1986: Il 27 ottobre Giovanni Paolo II convocò ad Assisi i rappresentanti
delle chiese cristiane e comunità ecclesiali e delle
religioni mondiali per la giornata mondiale di preghiera per la
pace. “Un avvenimento storico di portata eccezionale nella vita della
chiesa cattolica e della storia del mondo”. Un incontro voluto da
Papa Wojtyla, una giornata destinata alla preghiera e alla meditazione
sulla responsabilità di operare per la pace esprimendo
simbolicamente il proprio impegno. Siamo in piena guerra
fredda e le ideologie ostacolano il dialogo. Sessantadue capi religiosi
per invocare il dono della pace riuniti proprio nella città
di Assisi scelta dal Papa per i valori immensi che san Francesco
ci ha lasciato in eredità: pace, riconciliazione
e fraternità. La giornata termina nel migliore
dei modi, con un incantevole arcobaleno
apparso al di sopra
della Basilica, un segno di
speranza che dava il benvenuto
ai capi delle maggiori
religioni esistenti
nel mondo. L'incontro
di accoglienza in Basilica è
stato caratterizzato dalla semplicità, fi ori, piante
d'ulivo e sedie uguali, nessuna distinzione, “neppure
per il Papa che aveva organizzato tale giornata!”.
Dopo il discorso di Giovanni Paolo II i capi religiosi sono saliti
verso la città serafi ca e i rappresentanti delle Chiese e Confessioni
cristiane sono entrati nella cattedrale di San Rufi no per il
loro momento di raccoglimento e di condivisione, per pregare
per il superamento dell'egoismo e della violenza, per il rispetto
della dignità umana e dei suoi diritti inalienabili.
Da San Rufi no e dagli altri luoghi di preghiera parte il pellegrinaggio
per la Basilica di San Francesco, dove, nel piazzale
antistante la Basilica Inferiore gremita di persone, dopo gli interventi
degli altri leader religiosi, il Papa ha tenuto il discorso
conclusivo per esprimere i suoi sentimenti e per sottolineare
come «con le Religioni Mondiali condividiamo un comune rispetto
ed obbedienza alla coscienza, la quale insegna a noi tutti a cercare la
verità, ad amare e servire tutti gli individui e tutti i popoli, e perciò a
fare pace tra i singoli e tra le nazioni».
I numeri descrivono l'imponenza e la rilevanza che l'evento
ha suscitato nel mondo. Come abbiamo
detto i capi religiosi convenuti
ad Assisi sono stati 62 accompagnati
da circa 200 invitati, 800 i
giornalisti corrispondenti, 30mila i
pellegrini e oltre un miliardo di persone
hanno seguito l'evento tramite
la televisione.
1993: Trascorrono sette anni e il
Santo Padre Giovanni Paolo II torna
ad Assisi per pregare, insieme ad
ebrei e musulmani, per la pace in
Bosnia Erzegovina.
È il 9/10 gennaio e nella sua omelia,
davanti alla tragedia, il Papa chiede: «Come può esistere l'odio? Come è possibile uccidersi a vicenda?».
La certezza che si legge nelle sue parole è legata al Signore, ad
un umile richiesta di perdono; non solo una
veglia di preghiera quindi, ma anche di penitenza
e di conversione. «Non ci sarà pace senza
questo ritorno a Gesù Cristo crocifi sso nella preghiera,
ma anche nella rinuncia alle ambizioni, alla
sete di potere, alla volontà di sopraffare gli altri, alla
mancanza di rispetto per i diritti altrui. Sono queste,
infatti, le cause della guerra».
2002: Il 24 gennaio Papa Wojtyla parte in treno
dalla Città del Vaticano e alle ore 10.30 scende alla stazione
di Assisi, per la terza volta nella città di san Francesco, per
pregare per la pace con i capi religiosi del mondo. Un mondo
ancora sopraffatto dall'odio, dalle guerre e dal terrorismo. Pochi
mesi erano passati dal tremendo attacco alle Twin Towers
dell'11 settembre. «L'umanità ha bisogno della pace sempre, ma
ancor più ne ha bisogno ora, dopo i tragici eventi che hanno scosso la
sua fi ducia e in presenza dei persistenti focolai di laceranti confl itti che
tengono in apprensione il mondo. [...] non ci può essere pace vera se
non nel rispetto della dignità delle persone e dei popoli, dei diritti e
dei doveri di ciascuno e nell'equa distribuzione di benefi ci
ed oneri tra individui e collettività. [...]
Occorre umiltà e coraggio
». L'incontro,
trasmesso in
mondovisione,
vede la partecipazione
di 847
giornalisti compresa
la nota emittente televisiva di Al Jazeera.
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