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Rondoni: Dante, Francesco e la scintilla dell'eterno

Flavia Pagliochini daviderondoni.com
Pubblicato il 25-03-2021

L'attualità del messaggio di Dante e il legame con l'Assisiate

L'attualità del messaggio di Dante, ma anche lo stretto legame che unisce il Sommo Poeta al San Francesco di Assisi. Ne abbiamo parlato con Davide Rondoni, poeta, saggista, romanziere, collaboratore di programmi di poesia in radio e tv (Rai, Sky, tv2000, San Marino RTV) ed editorialista alcuni quotidiani tra cui Avvenire e Sole 24 Ore.

Quanto è importante Dante oggi? E perché le giovani generazioni dovrebbero approfondire la sua vita e le sue opere?

Dante è importante peché ha realizzato una delle opere più importanti della storia, la Divina Commedia. Ma dobbiamo ricordare che Dante diventa importante nel momento in cui una persona accetta di incontrare nella Divina Commedia lo scandalo di un uomo che ha viaggiato alla ricerca della cura. Dante può essere importante in 'astratto', ma se non si accetta la sua poesia rimane un monumento in una piazza, magari vuota. 

Giotto ha rappresentato Dante in un affresco della Basilica. Secondo lei perché? E c'è un fondamento nell'ipotesi che Dante sia un francescano?

Anche Dante raffigura Giotto e gli dà un grande rilievo nella Divina Commedia. È uno scambio di omaggio tra artisti come accade oggi, non ci trovo nulla di strano. Sicuramente Dante era un francescano, un terziario francescano, e, come si vede dall'ommagio che fa dell'Assisiate in Paradiso, aveva avuto un animo francescano, l'animo di chi vede nelle creature una via per lodare il Signore. Francesco ricorda questo nel Cantico delle creature. E anche Dante si mette nella stessa scia. Non è un caso che Dante sia sepolto a Ravenna, in una tomba francescana anche se i massoni hanno provato a trasformarla. La cosa più importante è il fatto che Dante ha preso da Francesco la capacità di far incontrare la scintilla dell'eterno nel tempo delle creature. Questo è il segreto della Divina Commedia e del Cantico delle Creature.

C'è differenza, se c'è, tra il Francesco raccontato da Dante e Giotto?

Fondamentalmente no, direi hanno stesso tipo di visione, c'è una concretezza e vivo realismo. Come dice anche Dante, ma c'è anche qualcosa di fortemente ascetico: il poeta gioca con la parola Assisi, ascesi oriente. È un realismo trasparente, non è grave, vale sia nella Commedia che negli affreschi di Giotto ad Assisi.

 

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