Papa Francesco ha incontrato Roberto Benigni
Su Paramont+ il Cantico delle creature
Prima dell'udienza generale, papa Francesco ha incontrato Roberto Benigni, attore e regista premio Oscar per "La vita è bella".
Lo scorso anno il Papa, nel giorno di Pasqua, raccontò i Vangeli su Rai 1 con Benigni. In più di una occasione, l'attore ha reso omaggio al Pontefice con la sua irrefrenabile verve. Come quella volta che disse: «Il Papa è pieno di misericordia, è lì che la prende a piene mani in mezzo agli ultimi degli ultimi, la potrebbe vendere a etti. Vuoi un etto di misericordia? Lui te la dà».
Di seguito riportiamo un articolo di Andrea Fagioli per Avvenire del 7 dicembre 2022
La Divina Commedia, i Dieci comandamenti, la Costituzione italiana, il Cantico dei cantici e ora il Cantico delle creature. Roberto Benigni prosegue nella sua opera di divulgatore dimostrando, oltre la memoria, qualità non indifferenti di esegeta, anche se a volte le sue interpretazioni possono sembrare azzardate facendo storcere il naso ai puristi. Resta sempre e comunque il merito di portare al grande pubblico testi altrimenti conosciuti più per sentito dire che per altro.
Per il Cantico delle creature Benigni ha scelto di proporre la sua «lettura» attraverso la nuova piattaforma streaming Paramount+ dove, con il titolo Francesco il Cantico, sarà disponibile da domani. Immutati il format e l’ambientazione rispetto ai precedenti: l’attore toscano che in una settantina di minuti, senza alcuna interruzione, spiega il testo e poi in conclusione lo recita, da solo in uno studio televisivo con sullo sfondo una scenografia essenziale in legno chiaro, un leggio da una parte e di fronte un pubblico selezionato.
L’unica novità, rispetto anche al solito stacco musicale introduttivo, si registra nel finale, prima degli applausi e della standing ovation, quando Benigni, dopo aver proclamato l’ultima strofa del Cantico, resta in silenzio, il pubblico fa altrettanto, e si sente il cinguettio degli uccelli a conferma che abbiamo appena ascoltato un inno al Creatore, ma anche al creato. Del resto, il capolavoro francescano composto nel 1224 non è altro che una grandiosa lode a Dio e alla bellezza della natura.
In questo senso, come spiega Benigni, «il Cantico era rivoluzionario, perché lodava il creato. Era la prima volta, una novità assoluta. Era un testo in controtendenza. L’incanto di Francesco è che ci fa capire che non esistono sulla terra creature senz’anima, ci fa sentire che hanno un’anima anche l’erba, la terra, l’acqua, il vento, le pietre e i sassi. Ha ridato valore al mistero della creazione. Un invito a partecipare alla nobiltà del mondo». Ed era anche «la prima poesia scritta in italiano e non in latino, l’inizio della nostra poesia che diventerà la più importante nel mondo».
In quanto a San Francesco, Benigni non ha dubbi a definirlo «il più grande plasmatore di anime della storia dell’umanità»: «In mezzo a tanta violenza e avidità lui dimostra a tutti che un nuovo mondo è possibile. Francesco opera una vera e propria rivoluzione. Francesco non è il poverello di Assisi, ha uno sguardo di fuoco sul mondo, Francesco che svetta su tutti, Francesco che non ha paura, anzi una ce l’ha, una sola: quella di diventare disumano, indifferente al destino degli altri, degli ultimi. E tutti lo seguono, questo è il grande miracolo di Francesco»... (Avvenire)
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