societa

L'anziano siamo noi

Edoardo Scognamiglio
Pubblicato il 25-08-2017

LA PACE, LA POVERTA', IL CREATO

Chi abbandona gli anziani commette peccato mortale e dà sfogo a quella cultura della morte e dell’indifferenza che non permette di dare futuro alle nuove generazioni. Dietro le sofferenze e le invalidità di tanti anziani si nascondo storie di amore, di sacrificio, di grande eroismo. Gli anziani sono uomini e donne che hanno risposto con generosità alla chiamata di Dio e hanno creato una propria famiglia. La loro fragilità non deve metterci paura. Da qui il bisogno di accoglierli, di sostenerli, di aiutarli.


Scrive papa Francesco: “La Chiesa non può e non vuole conformarsi a una mentalità d’insofferenza, e tanto meno d’indifferenza e di disprezzo, nei confronti della vecchiaia. Dobbiamo risvegliare il senso collettivo di gratitudine, di apprezzamento, di ospitalità, che facciano sentire l’anziano parte viva della sua comunità. Gli anziani sono uomini e donne, padri e madri che sono stati prima di noi sulla nostra stessa strada, nella nostra stessa casa, nella nostra quotidiana battaglia per una vita degna. Sono uomini e donne dai quali abbiamo ricevuto molto. L’anziano non è un alieno. L’anziano siamo noi: fra poco, fra molto, inevitabilmente comunque, anche se non ci pensiamo. E se noi non impariamo a trattare bene gli anziani, così tratteranno a noi”. Abbandonare gli anziani in difficoltà e indifesi al proprio destino vuol dire perdere quella prossimità, quella gratuità e quell’affetto necessari per la crescita umana di qualsiasi comunità o società.


Se l’Europa è vecchia, se l’Italia ha un tasso di denatalità che preoccupa sociologi ed economisti, se le famiglie s’appesantiscono con la presenza dei “vecchi”, se la società non sa dove mettere i nonni e le nonne, tutto questo non rappresenta un problema – secondo la concezione biblica –, ma una risorsa. Infatti, per la sapienza biblica, dagli anziani s’apprende l’arte del discernimento (cf. Sir 8,9). Essi sono la memoria della fede, la tradizione vivente del popolo d’Israele. Il passato, nella concezione biblica, è davanti a noi, mentre il futuro è di spalle: noi siamo come i rematori che, per andare avanti, per procedere verso l’ignoto futuro, dobbiamo remare all’indietro, avendo dinanzi solo la memoria del passato come orientamento. Così, guardare alla storia degli anziani è avere la garanzia di procedere senza troppe esitazioni verso il futuro. Una società che cura i nonni è certa di camminare con più facilità nel tempo che scorre e di affrontare serenamente i problemi della vita.


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