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In libreria con San Francesco

Antonio Tarallo Pixabay
Pubblicato il 23-08-2023

Le pagine più belle dedicate al Santo

Sotto l’ombrellone, oppure a casa vicino a una bella lampada accesa, cosa c’è di meglio se non un bel libro, una buona lettura? Ancora un po’ di tempo e si potrà definire archiviata l’estate 2023, ma prima di passare nuovamente alla routine quotidiana mancano ancora alcuni giorni da sfruttare, magari leggendo un bel libro. Darsi alla lettura per ritemprare le forze almeno della mente. E se le pagine fossero dedicate proprio al nostro San Francesco? Perché no.  Cerchiamo allora di ripercorrere, seppur brevemente, alcune delle pagine più belle dedicate al santo d’Assisi.

Certamente l’intera “Divina Commedia” non è proprio uno dei libri più agevoli da recare con sé ma sarebbe impossibile fare a meno di Dante Alighieri per iniziare questo viaggio fra gli scaffali di una ipotetica libreria. Dante ha avuto per il Poverello un’ammirazione sconfinata. Una grande ammirazione che sfocerà nel XI Canto del Paradiso. Per Dante Alighieri, Assisi sarà l’“Oriente” dove “nacque al mondo un sole”. Altra pagina da leggere è quella dedicata all’incontro con Madonna Povertà: “Non era ancor molto lontan da l’orto, / ch’el cominciò a far sentir la terra/ de la sua gran virtute alcun conforto;/ ché per tal donna, giovinetto, in guerra/ del padre corse, a cui, come a la morte,/ la porta del piacer nessun diserra;/ e dinanzi a la sua spirital corte/ et coram patre le si fece unito;/ poscia di dì in dì l’amò più forte” .

Si può riassumere in alcuni concetti fondamentali il modo con cui Chesterton considera realisticamente San Francesco. E’ un poeta, non solo nel senso che sente e canta la poesia, ma soprattutto che vive poeticamente. La poesia è espressione immediata dell’intuizione del reale, a differenza della prosa che è discorsiva e analitica. Vivere poeticamente significa avere per molla motrice non tanto la riflessione quanto la rapida spinta dell’amore. S. Francesco è quindi - nel libro di Chesterton - un amante, nel vero senso, nel più alto senso della parola”. Recensione moderna e corposa. A firmarla è Giovan Battista Montini, il futuro Papa Paolo VI, che nel 1926 aveva scritto queste parole in merito al “San Francesco di Assisi” , scritta nel 1923, dallo scrittore inglese G.K. Chesterton, l’inventore del personaggio padre Brown. Un libro da rileggere e da meditare.

Quando era stanco di parlare con gli uomini andava nei prati e nei boschi e scendeva nelle valli, perché nelle sorgenti e nei venti e nel canto degli uccelli percepiva il dolce, potente linguaggio del paradiso”. Quello che colpisce di più nel piccolo libro di Hermann Hesse sulla vita di San Francesco, scritta nel 1904 a soli 22 anni, è il fatto che l’autore, veda in tutti noi – in una certa misura – la non troppo remota “possibilità” di essere imitatori del santo d’Assisi. La voce di Dio, come parlava al Poverello, così parla a noi. Questo, in estrema sintesi, il punto di forza del racconto di Hesse che pur essendo stato scritto ad inizio secolo sembra ancora parlare a noi contemporanei. Modernità e classicità che si sposano armoniosamente.

In chiusura – seppur la tematica aprirebbe a infinite possibilità – ritorniamo in Italia e agli ultimi anni della produzione letteraria: “Le mura del cielo” (del 1981) di Ferruccio Ulivi. Volgendosi a Francesco d’Assisi, alla sua avventura umana e sovrumana, Ulivi entra nella dimensione del sacro. Ma facendo ciò non “cade” – per l’aspetto letterario – all’agiografia, che potrebbe fermare – non si può nascondere – la narrativa, che vive di una sua vita tutta “autonoma”.

L’elenco potrebbe continuare “a libidum” perché - sa sa bene - San Francesco d’Assisi è un “soggetto” che ben si presta a romanzi, racconti, biografie e tante tante altre pagine da leggere e da gustare.

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