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Dal dopoguerra a oggi: l’esodo degli ebrei dall’Europa agli Usa

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

A 70 anni dall’Olocausto la popolazione ebraica in Europa continua a diminuire, con una tendenza all’accelerazione. A rivelarlo è uno studio del “Pew Research Center”, curato dal demografo Sergio Della Pergola dell’Università Ebraica di Gerusalemme, secondo il quale nel 1939 circa il 57 per cento degli ebrei del mondo viveva in Europa, nel 1945 si era ridotto al 35 per cento ed ora ad appena il 10 per cento. In termini numerici la riduzione è ancora più evidente perché si passa dai 9,5 milioni di ebrei europei del 1939 ai 3,8 milioni del 1945 per arrivare a 1,4 milioni di oggi. 



Ciò che colpisce del “Global Religious Landscape Report” sulla popolazione ebraica europea è il dato sull’accelerazione della diminuzione numerica nel secondo Dopoguerra: erano infatti 3,2 milioni nel 1960 e 2 milioni nel 1991 prima di arrivare al dato attuale con un arretramento netto negli ultimi 14 anni di 600 mila anime. Il rapporto afferma che gran parte di questo calo è dovuto all’emigrazione verso Israele ma che anche altri fattori hanno pesato, come l’assimilazione ed i matrimoni misti. 


 

Recenti studi indicano un’accelerazione delle partenze verso Israele, soprattutto da Francia, Belgio e Ucraina a causa di antisemitismo, difficoltà economiche e instabilità interna. E’ interessante però notare come David Harris, direttore esecutivo dell’”American Jewish Committee” suggerisca di guardare anche in altre direzioni: “Bisogna tenere conto del flusso di ebrei dall’Europa agli Stati Uniti” ovvero un fenomeno finora poco studiato.

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