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Covid: anziani in 'eterna zona rossa'

Mario Scelzo Unsplash
Pubblicato il 29-04-2021

L'indagine della Comunità di Sant'Egidio

Rapporto della Comunità sulle case di riposo. Dati e proposte per mettere fine alla "eterna zona rossa" per gli anziani ricoverati in strutture assistenziali.

“Un atto di indignazione morale di fronte ai dati sempre più gravi, da inizio pandemia ad oggi, sul mondo delle Rsa, delle case di riposo e delle residenze per anziani". Così Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio, ha aperto la conferenza stampa che ha illustrato i risultati di un'inchiesta condotta in questi mesi sulla condizione degli anziani istituzionalizzati nel tempo della pandemia.

“Denunciamo il fatto che ci troviamo in una eterna ‘zona rossa’ anche in questi giorni quando quasi tutta l’Italia è arrivata alla zona gialla”, ha aggiunto Impagliazzo, sottolineando anche quanto l’universo delle RSA non sia stato per nulla beneficiato dalle potenzialità della rete. “Per le scuole e per i più piccoli si è attivata la DAD, molte persone hanno lavorato in smart-working, perché non provare ad abbattere il muro della solitudine e dell’isolamento degli anziani ad esempio utilizzando il sistema delle videochiamate?”.

“La conferenza stampa - ha aggiunto il Presidente della Comunità di Sant’Egidio - vuole essere da un lato un sostegno alle novità introdotte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza annunciate alle Camere dal Presidente Draghi, dall’altro uno stimolo perché in Italia cresca una differenziazione dei modelli assistenziali. Non vogliamo ovviamente chiudere da oggi a domani tutte le strutture ma sosteniamo le novità annunciate per tornare a chiedere una effettiva differenziazione delle offerte di assistenza proprio mentre apprendiamo che, dopo le tante morti per Covid, putroppo da Asl e altre realtà c’è una corsa a riempire nuovamente le Rsa. Le risposte sono case-alloggio, case-famiglie, assistenza domiciliare e monitoraggio attivo degli anziani e telemedicina”.

Dai dati presentati nell’indagine condotta in 240 strutture di 11 città e 10 regioni, emerge che in più del 64% di queste non si consentono visite a familiari, amici o volontari, e viene impedita addirittura l’uscita anche per le visite specialistiche. Solo nel 20% degli istituti sono state approntate le cosiddette “stanze degli abbracci” e in metà delle Rsa non ci si è attrezzati neppure per le videochiamate. Solo il 64% delle strutture, infine, hanno garantito una assistenza religiosa a chi lo richiedeva.

"La vita in Rsa o in Casa di riposo si è fatta durissima, insostenibile. Malgrado appelli, evidenze scientifiche e le raccomandazioni delle istituzioni sugli effetti nefasti della solitudine e dell'isolamento, e nonostante le vaccinazioni, nelle strutture per anziani dobbiamo constatare che nulla è cambiato”.

Sant’Egidio ha voluto sottolineare con forza che la pandemia ha messo in ulteriore evidenza i malfunzionamenti di un sistema inadeguato. “Oggi, di fatto, - ha proseguito il presidente della Comunità – quella della istituzionalizzazione è l’unica risposta, la mancanza di diritti in questi luoghi è stata solo accentuata dal Covid e c’è una sproporzione tra i costi delle strutture sulla collettività e la qualità del servizio davvero erogato. Parlerei di un sistema vasto e fuori controllo perchè si opera in regime di monopolio.

L’unica soluzione è allora differenziare l’offerta e l’assistenza, noi come Comunità abbiamo più volte mostrato che esistono alternative possibili, facilmente realizzabili ed anche economicamente sostenibili, penso al rafforzamento dell’assistenza domiciliare, alla formazione dei badanti, alle potenzialità della Telemedicina, a realtà come le Case Alloggio ed il Co-Housing”. Apprendiamo invece con preoccupazione che, dopo le tante morti per Covid, purtroppo da Asl e altre realtà c’è una corsa a riempire nuovamente le Rsa.

Al termine della conferenza stampa, Impagliazzo ha enunciato alcune proposte (di facile ed immediata attuazione) necessarie affinché venga da subito superata l’attuale condizione di chiusura totale delle strutture:

1) Che vengano consentite le visite “in sicurezza” a parenti e volontari, attraverso la fornitura di dispositivi DPI all’ingresso e mediante l’effettuazione di tamponi.
2) Che vengano considerate le maggiori fragilità degli ospiti che non hanno alcun legame familiare effettivo.
3) Che vengano predisposti spazi adeguati, interni ed esterni alle strutture, per consentire le visite con dignità ed in sicurezza, approfittando anche dell’arrivo della bella stagione.
4) Che le modalità di predisposizione delle visite siano “adeguate” nella loro durata temporale (almeno 30 minuti) e negli orari stabiliti (mattina e pomeriggio).
5) Che venga consentito agli ospiti vaccinati l’uscita dalle strutture per effettuare visite mediche e, nel caso di ospiti autosufficienti, anche l’espletamento di necessità legate alle loro attività quotidiane interrotte da un anno.
6) Che vengano ripristinate le attività di riabilitazione e socializzazione.
7) Che venga effettivamente implementato un servizio di video-chiamate concretamente utilizzabile da tutti gli ospiti, anche da quelli parzialmente o non autosufficienti.
8) Che venga garantita la fruizione da parte di tutti gli ospiti dell’assistenza religiosa ove richiesta.

Il presidente di Sant'Egidio ha infine lodato la proposta di usare le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza per aumentare l'assistenza domiciliare. "Esprimiamo grande soddisfazione per le parole di Draghi e per il modo in cui il Pnrr ha immaginato il futuro dei nostri anziani".

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