Trovarelli: San Francesco ci renda generatori di un mondo nuovo
Il saluto del ministro generale, letto dal Custode, fra Marco Moroni
Carissimi fratelli e sorelle,
giunga a tutti voi, autorità, pellegrini e visitatori, il saluto benedicente del Poverello di Assisi: il Signore vi dia pace!
Saluto con particolare gratitudine i pellegrini della regione sarda, che a nome di tutte le regioni d’Italia rinnovano l’offerta dell’olio, per la lampada votiva che arde presso la tomba del Santo Patrono della nostra amata nazione. Le esperienze forti e trascendenti, come quella che viviamo ormai da più di un anno e mezzo, sono altamente coinvolgenti e trascinanti. Non mi riferisco ad un coinvolgimento irresponsabile o a un semplice lasciarsi trascinare, ma al contrario, al trovare motivazione nella stessa crisi. In altre parole, al generare forza, movimento e intenzionalità costruttiva proprio nei momenti sfidanti.
Mettersi in moto, in modo consapevole e cordiale è sempre una forza di trasformazione; trasformazione nostra e della realtà. Chi di noi vive, lavora e serve con passione, è consapevole dell’urgenza, come cittadini, come credenti, come persone di buona volontà, di trasformare la realtà in qualcosa di più vicino possibile ad un mondo migliore.
Sappiamo che per trasformarci e trasformare, il primo passo è contemplare e discernere la realtà, per rispondere creativamente e nella speranza. La creatività sorge sicuramente dall’amore, dalla trasparenza, dalla generosità, dalla serietà del nostro impegno personale e comune. In un atteggiamento simile, e nella ricerca di comprendere la propria missione nel mondo, san Francesco si trovò un giorno nei pressi della vicina chiesa di San Damiano, che al tempo era in rovina. Là, discernendo nella preghiera davanti al Crocifisso, si sentì dire: “Francesco, non vedi che la mia casa è in rovina?”. Questa provocazione, fungendo da vocazione di fronte alla realtà, è stata la mozione necessaria per Francesco. D’allora iniziò un processo di rigenerazione personale, ma anche ambientale e sociale. Intuì che sotto le macerie, o meglio, in esse stesse, risiedeva la forza che avrebbe fatto scomparire e trasformare le rovine, a condizione di capire che un primo passo verso la nuova realtà sarebbe stato quello del cuore, delle scelte profonde, della passione, nel suo caso per Cristo, per l’umanità, per l’altro.
L’odierna festa ci sprona ad accettare la sfida di trovare sempre le strade giuste per rigenerare la nostra casa, strade che devono essere sempre cordiali, fraterne, solidali. La casa, infine, siamo tutti noi, il popolo, i cittadini, le comunità, le chiese, tutti; le pietre sono pietre viventi, le persone, a cominciare sicuramente non dai più forti, ma dai più vulnerabili. Ieri abbiamo celebrato il primo anniversario della firma della Lettera Enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti” sulla fraternità e l’amicizia sociale. Un testo proposto per aiutare a pensare e a generare un mondo “aperto”, e affrontare così le “ombre di un mondo chiuso”. L’amore, il bene morale, la libertà, la uguaglianza, la fraternità, il dialogo, l’incontro, la carità sociale, l’amore politico e le stesse religioni sono alcune delle vie che, secondo il Pontefice, possono aiutare a generare una nuova cultura: la cultura fraterna. San Francesco ci guidi a non arrenderci, in questo proposito di essere anche noi generatori di un mondo nuovo, di una nuova cultura! Ogni Bene nel Signore a tutti voi!
Fra Carlos A. TROVARELLI Ministro generale OFMConv
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