religione

Papa Francesco, pellegrino in terra indigena

Antonio Tarallo Ansa - CIRO FUSCO
Pubblicato il 25-07-2022

Ma cosa vuol dire essere pellegrino?

Aeroporti sovraffollati, stazioni di treni intasate e autostrade dove si cammina a passo d'uomo. Sono queste le immagini che giungono in questi giorni di caldo rovente in cui milioni di persone partono per le vacanze estive. Il pensiero di raggiungere la meta agognata fa dimenticare anche la fatica. Appartiene alla natura dell'uomo mettersi in cammino. Mettersi in cammino verso una meta: c’è una locuzione latina che sintetizza il tutto, “homo viator”; è l’uomo in viaggio in terra straniera, è l’uomo con la sua continua ricerca. Da quel primo pellegrinare di Abramo verso una terra che il Signore gli avrebbe mostrato fino ai pellegrinaggi dei nostri giorni. Il Cristianesimo stesso è un cammino.

I mesi estivi offrono a molti l'opportunità di un pellegrinaggio: Roma, Assisi, Santiago de Compostela, Lourdes, Fátima, La Salette, Guadalupe, e ora anche il Canada. Canada, meta insolita. Tutto ciò i luoghi indicati riportano alla mente indicano una particolare esperienza di fede che può e deve essere comunicata e vissuta.

Ma cosa vuol dire essere pellegrino del mondo, oggi? Coglierne il significato piu profondo non è facile. Il peregrinare è una tensione dell’ uomo verso un qualcosa di sconosciuto: è ricerca di se stessi e di Dio. Etimologicamente peregrinus indica colui che attraversa i campi o le frontiere. In ogni caso, chi cammina verso una meta, ma capace di cogliere il senso degli eventi, farli diventare propri e comunicarli come vera esperienza di vita. Il pellegrinaggio dei nostri giorni, quindi, come esperienza di fede che si fa carico di mantenere viva la memoria.

Con il pellegrinaggio in Canada di Papa Francesco, in territorio “indigeno”, si cambia - in una certa misura - l’ottica del tutto, trattandosi di un "pellegrinaggio penitenziale" di "guarigione e riconciliazione”, così lo ha definito lo stesso pontefice. Piccola nota storica: il pellegrinaggio penitenziale ha le sue origini remote nel tempo. In origine, infatti, il pellegrinaggio cristiano era nato come viaggio devozionale. In epoca paleocristiana, infatti, coloro che avevano il desiderio di convertirsi si mettevano in cammino verso Gerusalemme, con l’obiettivo di “lavarsi” interiormente dei propri peccati e guadagnare così il dono della vita eterna: decidevano di diventare stranieri per iniziare una nuova vita, divenendo stranieri della loro stessa vita. Nell’alto medioevo, iniziarono a diffondersi anche i pellegrinaggi penitenziali. Questi avevano tutt’altro taglio rispetto a quelli precedenti: nessuna ricerca di pace interiore ma, al contrario, un perpetuo viaggio espiatorio dei propri peccati.

Un abbraccio e la consolazione alle popolazioni indigene, questo vuole essere lo scopo di questo pellegrinaggio che rimarrà nelle pagine della storia della Chiesa, come - in fondo - ogni atto di questo pontefice che ci sorprende sempre.

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