La Terziaria Francescana cui la Madonna disse: "Non guarirai"
Una malattia rara la colpì in giovinezza riducendone il corpo
La sua storia è molto “potente”, ma la conoscono in pochi perchè negli stessi anni, poco distante da casa sua a Lucera, migliaia di persone, ogni giorno, concentravano la propria devozione su Padre Pio a San Giovanni Rotondo.
LA PIAGA INFETTA A 4 ANNI
La Terziaria Francescana Genoveffa De Troia ha vissuto sulla “croce” per 62 anni, anche se gli avevano diagnosticato meno di un anno di vita, alla nascita, a causa della sua eccessiva gracilità. Ma fu solo la prima di tante sofferenze atroci. Genoveffa nacque da Pasquale De Troia e Vincenza Terlizzi e già nell’infanzia, infatti ebbe il segno profetico del suo spirituale destino, a quattro anni comparve sulla gamba destra una piaga infetta che non guarirà mai, accompagnandola per tutta la vita.
LA “SENTENZA” DELLA MADONNA
Ogni anno, scrivono i Cappuccini di Foggia, la mamma la portava al celebre santuario della Vergine Incoronata per implorare la guarigione e fu nell’ultimo pellegrinaggio, che durante la recita delle sue preghiere, Genoveffa sentì una voce che le diceva: “non guarirai”, al che lei rispose prontamente: “Sia fatta la volontà di Dio”, intento che sarà la nota caratteristica di tutta quanta la sua spiritualità.
IL TRASFERIMENTO A FOGGIA
Visse nella povertà della famiglia, segnata dal lavoro incerto del padre. Nel 1901 a dodici anni frequentò ma senza successo, la scuola delle Suore di Carità, per questo dovette imparare il mestiere di cucitrice, ebbe anche un’altra esperienza di un mese a servizio di una famiglia di Trani e poi di un’altra a Lucera. Nel 1913 seguendo l’occasionalità di un lavoro trovato dal padre, la famiglia si trasferì a Foggia, da cui non si allontanerà più, se non per sfuggire ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, quando si spostò a Troia nel 1943 per farvi ritorno nel 1945.
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LA TERRIBILE MALATTIA RARA
Nel fiore della giovinezza, la malattia che già covava da anni, si rivelò in tutta la sua drammaticità, costringendola a letto, da dove non si alzerà più. Si trattava della ‘lipoidosi o granulomatosi’ detta anche “Malattia di Hand-Schüller Christian”, progressiva e peggiorativa, caratterizzata da alterazione e deformazione delle ossa craniche, a volte aumento della testa, atrofia genitale. Nel suo caso era ‘flagellata dalla testa ai piedi’, mentre il suo corpo si rimpiccioliva a poco a poco, vittima di un nanismo ipofisario, e lo stare sempre a letto le procurò piaghe da decubito putrescenti in varie parti del corpo; l’immagine che conosciamo di lei, la raffigura tutta coperta di bende.
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GENOVEFFA E PADRE PIO
Nel 1931, indossò l’abito di Terziaria Francescana, la sua celletta, come la chiamava, si trasformò in cenacolo di preghiera e in centrale di apostolato in aiuto della parrocchia, dell’Azione Cattolica, dei missionari. Benché praticamente analfabeta, dettava lettere che inviava dovunque, portatrici del messaggio della perfetta letizia. Senza saperlo, insegnava quella spiritualità operosa, che poco distante da Foggia, a S. Giovanni Rotondo il futuro santo cappuccino Padre Pio da Pietrelcina, negli stessi anni, proclamava in modo più visibile con le sue stimmate e le sue iniziative sociali. Genoveffa morì a 62 anni l’11 dicembre 1949. Il suo corpo prima inumato nel cimitero di Foggia, fu poi traslato nel 1965 nella chiesa dell’Immacolata dei cappuccini.
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