La Regina di San Francesco, la Vergine Maria
A lei dedicata una delle più famose preghiere
La festività, parallela a quella del Cristo Re, venne istituita da Papa Pio XII, nel 1955. Si celebrava, fino alla riforma del calendario liturgico, il 31 maggio, come coronamento della devozione mariana nel mese a lei dedicato. Nella precedente forma liturgica, il giorno del 22 agosto era riservato alla commemorazione del Cuore Immacolato di Maria. Per noi, ormai, il 22 agosto rappresenta la festa della Regina del Cielo e della Terra, di Colei che ha la corona, accanto a Cristo Re.
E proprio a Maria Regina è dedicata una delle più famose preghiere di San Francesco. Una preghiera che è un saluto, così come l’angelo Gabriele aveva salutato Maria per annunciare il concepimento di Gesù, in una certa misura il Poverello saluta la Vergine Maria.
Un saluto, che è poesia. Colpiscono le parole, ognuna con la loro forza evocativa, con la loro importanza teologica, di questa preghiera in versi: “Ave, Signora santa Regina, santissima genitrice di Dio, Maria, che sempre sei Vergine perpetua ed eccelsa, fatta santa ed eletta dal santissimo Padre del Cielo, che Egli consacrò col santissimo, diletto Figlio suo e con lo Spirito Santo Paraclito, nella quale fu ed è ogni pienezza di grazia ed ogni bene”.
Francesco sottolinea, con questi versi, la bellezza della Regina che è per lui, “Santa”. E, al contempo, “Vergine perpetua ed eccelsa”: in quel “perpetua” riscontriamo un importante elemento che anche nel “Magnificat” è espresso con la frase “Di generazione in generazione”, così è scritto nel canto di lode della Vergine. Francesco, nel vedere Maria, Madre “santa ed eletta” del Signore, si rivela fedele erede del XII secolo; secolo che aveva dato un nuovo importante impulso alla pietà mariana.
Il Poverello non poteva che associare alla Vergine il piano della salvezza: l'Incarnazione del Figlio di Dio passa per Maria, “fatta santa ed eletta dal santissimo Padre del cielo, che egli consacrò col santissimo, diletto Figlio suo e con lo Spirito Santo Paraclito”. Francesco, inoltre, guarda la Vergine come il capolavoro della benedizione santificante delle Tre Persone divine: è il Padre, è il Figlio, è lo Spirito Santo che la rendono “palazzo, tabernacolo, casa”: “Ave, o suo palazzo! ave, o suo tabernacolo! ave, o sua casa! ave, o sua veste! ave, o sua ancella! ave, o madre sua! E voi tutte con essa, sante virtù, che per la grazia e la luce dello Spirito Santo siete infuse nei cuori degli uomini fedeli, affinché d'infedeli li facciate fedeli a Dio”.
Nel “Gemäldegalerie” di Dresda, uno dei più importanti musei d’Europa, vi è conservata una pala - attribuita al Correggio - dal titolo “La Madonna di Francesco”: Maria è in trono, con il Bambino. Il trono è alto, distante da terra, sorretto da due puttini; è un trono regale, ma al contempo umano. Ai piedi di Maria, vi è San Francesco, prostrato in avanti; è un “servo” che chiede intercessione alla sua Regina. Dalle labbra del santo d’Assisi, tra quel silenzio dei colori, sembra fuoriuscire il saluto alla Vergine, Regina del Cielo e della terra, Regina dell’intero Ordine francescano: “Ave Signora Santa Regina!”.
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