religione

La particolare devozione di San Francesco per San Michele Arcangelo

Antonio Tarallo
Pubblicato il 27-09-2019

Il santo di Assisi nutriva una particolare devozione per San Michele Arcangelo

“Venerava amorosamente gli angeli, i quali combattono con noi, e con noi camminano fra le ombre di morte. Diceva che essi devono essere venerati dovunque come compagni e non meno invocati come custodi. Insegnava non doversi offendere il loro sguardo e non osare davanti ad essi fare ciò che non si farebbe davanti agli uomini. Poiché nel coro si canta in cospetto degli angeli, voleva che quanti potevano, andassero in coro, e vi salmeggiassero devotamente”. Così, Tommaso da Celano, nella biografia agiografica sul santo di Assisi. Erano questi, i termini, del suo amore per i tre arcangeli, a cui San Francesco era particolarmente legato.

Infatti, San Francesco, aveva grande devozione per i tre arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Nell'iconografia orientale e occidentale San Michele Arcangelo, viene rappresentato, come un combattente, con la spada o la lancia nella mano e sotto i suoi piedi il dragone, simbolo di Satana, sconfitto in battaglia.

Ripercorriamo un altro passaggio della “Vita” del Celano, sul santo:

“Ripeteva spesso che si deve onorare in modo più solenne il beato Michele, perché ha il compito di presentare le anime a Dio. (...) E diceva: ‘Ciascuno a onore di così glorioso principe dovrebbe offrire a Dio un omaggio di lode o qualche altro dono particolare’”. (FF 785).

Fu proprio per via di questo legame che il santo di Assisi, nel 1216, si recò pellegrino a piedi al già famoso santuario di Monte sant'Angelo al Gargano dove, in una grotta, secondo un'antichissima tradizione, l'Arcangelo era apparso e si era manifestato. La leggenda, narra che il Poverello d'Assisi, giunto alla soglia della grotta, non sentendosi degno di entrarvi, si fermò in preghiera e in raccoglimento all'ingresso e baciando ripetutamente la terra incidesse su una pietra il segno di croce in forma di "T" (Tau). Questo segno ancora oggi è visibile, venerato come una reliquia del suo passaggio per il famoso sito religioso. Presso la porta della grotta, a sinistra, fu poi eretto un altare in onore del santo a ricordo del suo pellegrinaggio.

Sappiamo che per prepararsi alla festa di San Michele, Francesco osservava addirittura una sua speciale e personale quaresima. Fu proprio durante uno di questi ritiri in onore del santo Arcangelo, che ricevette le stimmate sul monte della Verna (nel 1224). Così pure il Poverello, nelle preghiere che ci ha lasciato, ricorda più volte l'Arcangelo combattente.

Lo invocava con questa semplice preghiera:

“Temete il Signore e rendetegli onore. Il Signore è degno di ricevere la lode e l'onore.Voi tutti che temete il Signore lodatelo. Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Lodatelo, cielo e terra. Lodate, o fiumi tutti, il Signore. Benedite, figli di Dio, il Signore. Questo è il giorno che ha fatto il Signore, esultiamo e rallegriamoci in esso. Alleluia, alleluia, alleluia! Il Re di Israele”.

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA