I tre Franceschi ai piedi della croce
San Francesco di Paola, San Francesco d’Assisi, Papa Francesco
Tre nomi, uguali. Tre luoghi, differenti. Un unico orizzonte, Cristo. Francesco, è il nome. I luoghi: Assisi, Paola, Roma. La Chiesa passa per questi tre luoghi, oggi. E avviene, in una sorta di ammirabile e strana costellazione: 2 aprile, Venerdì santo. E si pensa al Cristo sul Calvario. Si pensa a Roma e al suo pontefice, con la sua Via Crucis. Una Via Crucis che è - da sempre, dalla sua istituzione - il luogo per il mondo intero, per la Chiesa universale, per ritrovarsi tutti sotto il legno della Croce. Roma è Papa Francesco e Papa Francesco è Roma.
Francesco di Paola, “nasceva al Cielo”, oggi. Avveniva quel 2 aprile del 1507. Sono tanti i chilometri che distanziano Paola e Assisi. E, in mezzo a queste due città, troviamo - appunto - la Città Eterna, Roma con la sede del pontefice, del successore di Pietro. E il nome dell’attuale successore pietrino si ricollega a quello del santo di Assisi, lo sappiamo bene. Bergoglio lo scelse proprio in ricordo del Poverello. “Un nome, cos’è poi un nome”? Verrebbe in mente il verso shakespeariano del Romeo e Giulietta. Per la cultura ebraica il nome è il seme della persona. E mai, come per il pontefice, così come per il santo di Paola, si può dire autentica questa “tradizione”.
A Francesco di Paola, il nome gli viene dato dai suoi genitori, Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo, per adempiere a un voto fatto a San Francesco di Assisi. I due coniugi da ben dodici anni chiedevano il dono di un figlio. Come alcune fonti ci dicono, i due erano molto devoti del Poverello di Assisi, tanto da appartenere – molto probabilmente – addirittura al Terzo ordine francescano. Chiesero proprio al santo serafico la sua intercessione per avere finalmente il tanto desiderato figlio, a cui avrebbero messo nome Francesco o Francesca, a seconda del sesso del nascituro. Il 27 marzo 1416, vide la luce Francesco. La salute del piccolo fu subito provata da una forma grave d'infezione ad un occhio, tanto che i genitori si rivolsero nuovamente all'intercessione del santo d'Assisi.
Fecero quindi voto che in caso di guarigione il fanciullo avrebbe prestato servizio presso un convento francescano. La malattia si risolse senza quasi lasciare traccia. All’età di 14-15 anni fu accompagnato presso il convento dei frati conventuali di San Marco Argentano (CS) dove trascorse l’anno votivo. Un anno che al giovane Francesco cambiò la vita. L’Ordine dei Minimi da lui fondato - forse, non a caso - ha una sua primordiale istituzione in quella sua comunità denominata “Eremiti di frate Francesco”. La vita di questi giovani, si svolgeva attorno a una chiesetta dedicata a S. Francesco d'Assisi. Solo il 17 maggio 1474, Papa Sisto IV riconosceva ufficialmente il nuovo ordine con la denominazione “Congregazione eremitica paolana di San Francesco d'Assisi”. E, così, ritorniamo ai giorni d’oggi. Roma, centro del Cristianesimo. Roma con la sua forza mediatica - specialmente, ora, nei giorni del triduo pasquale che avvengono in emergenza sanitaria - catalizzata sul cupolone. Sotto a questo, sul sagrato della pietra di Pietro, ci sarà un altro Francesco che porterà la croce per il mondo. Tre nomi, tre luoghi, tre carismi per un unico grande, immenso orizzonte: Cristo.
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