religione

Giovanni XXIII e San Francesco

Redazione
Pubblicato il 25-11-2021

Centoquaranta anni fa nasceva Papa Roncalli

Come San Francesco ha ricercato incessantemente la carità nell’obbedienza evangelica e la sua povertà, quella di Giovanni XXIII, altro non era che una “compagna inseparabile” vissuta in nome dell’obbedienza. Una povertà intesa anche come mancanza di attaccamento, di gelosia ai propri progetti, perché Papa Giovanni XXII ha avuto sempre e solo progetti di servizio alla Chiesa, non alla propria vita. Basterebbe pensare al suo pontificato: doveva essere di transizione - così era stato definito da molti - eppure cambiò la storia della Chiesa.  Aveva così cambiato la sua “visione” della vita: lui, papa ormai anziano, pensava che fosse salito al soglio di Pietro non certo per cambiare il corso degli eventi storici della Chiesa, ma poi, la Storia stessa ha dato al pontificato altra direzione. Giovanni XXIII si è piegato, così, al volere del Signore. San Francesco pensava di divenir cavaliere, ma il disegno di Dio era altro. I due personaggi, si sono chinati al volere del Padre, da buoni figli. Punto di contatto fra due giganti della carità. 

Era il 1962 quando sulla copertina del Time compare il volto di un pontefice. Il titolo dice tutto: Man of the year, l’uomo dell’anno. E’ papa Giovanni XIII, ricordato da tutti come il “Papa buono”, il Papa dei piccoli. Fu davvero un pontefice originale e anche rivoluzionario. Giovanni XXIII, muore  il 3 giugno 1963, ma la Chiesa lo festeggia non in questa data, né in quella della nascita, bensì l’11 ottobre, giorno dell’apertura del Concilio Vaticano II. Tutti abbiamo nella memoria quel fatidico giorno. Il discorso alla luna, rimane uno dei più famosi e commoventi discorsi di un pontefice, nella storia della Chiesa.  La sera di quel giorno, affacciandosi dalla finestra del suo studio, pronunciò le parole che hanno commosso intere generazioni di persone: “Tornando a casa troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona: il Papa è con noi, specialmente nell’ora della tristezza e dell’ amarezza”. E’ il celebre “Discorso della luna” che Roncalli pronunciò - a braccio - mentre il chiarore dell’astro lunare illuminava la folla arrivata in piazza San Pietro per l’apertura dei lavori del Concilio che cambiò la storia della Chiesa.

Ma Roncalli sarà il pastore che si affaccerà non solo dalla finestra, ma anche dal finestrino di un treno. Un treno che non lo porta lontano. Lo porta ad Assisi. Un tiepido sole d'autunno entrava nei vagoni di quel treno che lo portava nella città del santo Poverello. Era il 4 ottobre 1962. Una calca di gente accorreva all'arrivo del papa Santo, pellegrino in terra Umbra, in cerca di una benedizione “volante”. Fece il viaggio praticamente in piedi, dovendo benedire dal finestrino tutta la folla assiepata lungo i binari. Quella di San Giovanni XXIII era una devozione - quella per san Francesco - che ha radici antiche. Roncalli aveva professato i voti del terz'ordine francescano: infatti il futuro pontefice, aspirante sacerdote al seminario di Bergamo, a quattordici anni era diventato terziario francescano. Nel 1959, in visita al romitorio di Bellagra, rivelò addirittura che, da adolescente, aveva pensato di farsi frate. Giovanni XXII non lo divenne, ma ugualmente fu “il più grande francescano del ventesimo secolo”, come lo definì lo scrittore Luigi Santucci, per la sua capacità di interpretare con la vita la massima di San Francesco pax et bonum. Questo motto fu molto caro a Giovanni XXIII, come disse nel luglio del 1958, da Patriarca di Venezia, ai frati minori conventuali, ospite nella loro casa di Rio di Pusteria: “Sulla porta di questo alto e pio rifugio leggo le parole del motto francescano: pax et bonum. (…) Oh! Le parole incisive di san Gregorio Nazianzeno, come mi piace ripeterle: Voluntas Dei pax nostra. Come mi piace intrecciarle al motto francescano che aggiunge alla pax nostra, il bonum, che indica il successo felice del vivere nostro!” 

 

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