religione

Cosa abbiamo imparato, in questo anno segnato dalla pandemia

Enzo Bianchi Pixabay
Pubblicato il 20-01-2021

In tutta la mia vita, grazie a una severa educazione ricevuta riguardo al rapporto con gli altri, ho cercato di dare il primato all' ascolto, perché avevo compreso e ho sempre potuto verificare che l' ascolto degli uomini e delle donne, l' ascolto della coscienza attraverso la quale, per un credente, parla Dio, e l' ascolto di tutte le realtà, anche le più umili, dà ragioni per vivere in pienezza. "Ogni cosa ha una voce", scrive Paolo di Tarso: voce a volte tenue, come una brezza, un silenzio eloquente, ma ascoltabile se si apre non solo l' orecchio ma anche il cuore. Certamente c' è molto ascolto nella cella solitaria e silenziosa della propria solitudine, quando gli abissi e anche gli inferni che ci abitano nelle profondità fanno udire le loro grida, o quando i sentimenti di amore, armonia e pace danno a tutto l' essere, anima e corpo, la quiete.

Non ho mai frequentato salotti ecclesiastici, intellettuali e tantomeno politici, ma soprattutto nell' ultimo decennio trovo molto tempo per passeggiare in campagna o in città, per "bighellonare" nei boschi, nelle colline e nei campi, senza una meta precisa, ma inoltrandomi su strade e sentieri che si presentano davanti a me e che scelgo con libertà. Questo mi consente gli incontri più diversi: vecchi e giovani, gente che va in giro, gente che lavora, persone che non mi conoscono, come io non conosco loro. Ascolto, parlo poco e cerco di imparare. E cosa ho imparato, in questo anno segnato dalla pandemia? Che la gente ha paura ed è disorientata. Ha paura per il contagio, diffida dell' incontro e del contatto con gli altri. Ha paura per la situazione di povertà in cui è venuta a trovarsi. Ha paura che non sia più possibile tornare a vivere liberi da questo incubo. Il tempo presente, segnato a intervalli dalla clausura e dalle altre misure per il contenimento del contagio, segnato dall' impossibilità di incontri, viaggi e relazioni, è sentito come un tempo non abitabile, morto, collocato tra un prima in cui c' era vita e un domani in cui forse tornerà a esserci.

Ma nell' oggi questi mesi sono come tolti alla vita, soprattutto a chi è anziano e sente preziosi i suoi ultimi anni. E così il sentimento che più traspare è quello del disorientamento: sì, mancanza di un oriente, di un orizzonte. Non si riesce a capire, e ciò aumenta la paura, il senso di impotenza e anche di rabbia. Disorientamento dovuto a una confusione sulla dinamica della pandemia; disorientamento a causa dei politici che, anche in presenza di numerosi morti ogni giorno, continuano a mostrarsi arroganti e irresponsabili, senza una volontà di perseguire il "bene comune", neppure in una situazione tanto drammatica a livello economico e sociale. La gente è veramente disorientata e lo dice con rabbia, quasi sognando un' insurrezione che travolga questi imprenditori del nulla e dello sfacelo della polis. Quanti uomini e donne dicono, in forme più o meno esplicite: «Non ne possiamo più!». Possibile che non si ascolti questo grido?

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA