Card. Parolin: oggi i cristiani nel mondo sono perseguitati
L’obiettivo del Festival è parlare di religione e degli influssi che ha nella società, coinvolgendo atei e credenti, laici e religiosi. Appuntamento centrale di questa quarta edizione della manifestazione: l’incontro ecumenico tra il Segretario di Stato vaticano il card. Pietro Parolin, e il patriarca Karekin II, Catholicos di tutti gli Armeni. La Chiesa apostolica armena deriva da una delle prime comunità cristiane ed è tra le più antiche del mondo: le prima testimonianze dell’avvento del cristianesimo in Armenia, risalgono infatti al I secolo, ad opera degli apostoli Taddeo e Bartolomeo. Un incontro quindi, che ha racchiuso due millenni di storia, di tradizione e di comunione. E il luogo di San Miniato non è stato affatto casuale: il nome della splendida basilica fiorentina prende infatti nome dal protomartire Miniato, un re proveniente dall’Armenia, che fu ucciso a Firenze dall’imperatore Decio in epoca di persecuzione cristiana, nella metà del III secolo.
La chiusura della Porta Santa di san Miniato
Questo pomeriggio, la chiusura ufficiale del Millennio di san Miniato al Monte quando il card. Parolin presiederà la celebrazione liturgica ed alla chiusura della Porta Santa. La porta della basilica era stata ‘aperta’ il 27 aprile del 2018 dall’arcivescovo di Firenze, il card. Betori, ed aveva aperto le celebrazioni ed i festeggiamenti per i mille anni dell’abbazia benedettina.
Al termine dell'intensa mattinata, il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, riprende le tematiche di questa IV edizione del Festival delle religioni di Firenze
C’è ancora tempo per la fede nella società contemporanea?
R. – Direi che c’è ancora più necessità della fede nella società contemporanea, proprio perché c’è il rischio che l’uomo si perda, come questa accentuazione forte della dimensione antropologica: quando è chiusa la trascendenza rischia di portare l’uomo al fallimento e tante grida di allarme che provengono da varie parti dicono proprio questo. Quindi la fede è proprio salvezza, la fede salva l’uomo nella sua dimensione integrale.
L’incontro tra fedi diverse oggi sembra sempre più difficile, perché?
R. – Sì, ma non credo, perché l’incontro tra fedi diverse è in atto da molto tempo, c’è tutto un dialogo interreligioso che cerca di avvicinare le fedi e di farle collaborare in tanti progetti che possono essere di utilità comune, di servizio al bene comune. E forse, la difficoltà, nasce nel momento in cui ci sono questi fondamentalismi… La sconfitta della fede, della vera religione, impedisce alle fedi di dialogare ma quando c’è una ricerca sincera del bene di tutti e di ciascuno, credo che le fedi possano incontrare tanti punti comuni, soprattutto pratici.
Si può parlare del nuovo martirio dei cristiani?
R. – Credo di sì, oggi i cristiani sono perseguitati in tante parti del mondo. Io penso sempre al Vangelo e a Gesù che ha descritto fin dall’inizio la condizione dei suoi discepoli come una condizione di persecuzione e di rifiuto da parte del mondo.
Lei stasera chiuderà la porta santa di san Miniato, che cosa resta di questa esperienza millenaria?
R. – Resta la grande tradizione monastica, per tornare alla prima domanda che mi ha fatto, come ricerca di Dio ma ricerca di Dio per la salvaguardia dell’uomo. I monaci sono stati anche dei grandi maestri e dei grandi artefici di civiltà, hanno saputo costruire autentiche civiltà proprio a partire da questo radicamento in Dio. Questo resta.
L’Europa è in crisi perché gli europei hanno smarrito il senso religioso?
R. – Certamente la perdita del senso religioso, la perdita del riferimento a Dio è una delle caratteristiche della nostra società. Per noi questa è una delle cause anche della crisi europea, della crisi dell’Europa, proprio perché quelli che dovrebbero essere i valori fondanti sono stati poi i valori di ispirazione cristiana. Quando viene a mancare Dio, cadono anche questi valori ed allora ecco la crisi. VATICAN NEWS
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