religione

Alfonso Maria de' Liguori: Santo e dottore della Chiesa

Riccardo Maccioni Pubblico Dominio
Pubblicato il 08-04-2021

È sua Tu scendi dalle stelle

Alfonso Maria de' Liguori modello di una Chiesa in uscita missionaria attenta ai più fragili Giurista finissimo, rinnovatore della teologia morale, fondatore di un istituto religioso per l' evangelizzazione dei semplici, vescovo. Ma anche modello di quella che oggi definiremmo Chiesa in uscita, maestro e predicatore innovativo, "avvocato" degli ultimi, a cominciare dai dimenticati del suo tempo. Il 150° anniversario della proclamazione di Alfonso Maria de' Liguori a "dottore della Chiesa" è l' opportunità giusta per sottolineare la grande attualità di un santo coltissimo, nobile eppure estremamente popolare, tanto che nella memoria collettiva il suo nome è legato soprattutto alla composizione di "Tu scendi dalle stelle" brano presente in ogni celebrazione del Natale. «La vita di ogni uomo - osserva padre Alfonso V. Amarante, preside dell' Accademia Alfonsiana - è il frutto di esperienze tra loro collegate, in cui emerge un disegno provvidenziale. Nel caso di Alfonso due poli hanno orientato le sue scelte, da avvocato prima, da consacrato, poi: da una parte l' intensa vita unita in Dio, dall' altra il guardare la realtà partendo dalla prospettiva degli ultimi, di coloro che erano privi di aiuti spirituali. Anche dopo aver smesso la toga ha continuato a difendere i diritti dei deboli, non giudicandoli ma camminando con loro. La sua azione pastorale ha stimolato ed incoraggiato la ricerca di risposte coraggiose, affrontando in modo costruttivo le sfide del suo tempo, sempre a partire dalla realtà sociale in cui è vissuto». Nel messaggio per il 150° anniversario della sua proclamazione a "doctor Ecclesiae" il Papa definisce sant' Alfonso «realista nel vero senso cristiano».

Possiamo interpretare la realtà a partire dai nostri pregiudizi, oppure sforzarci di ascoltarla. Papa Francesco invita ad accogliere la realtà nella sua concretezza, affrontando i problemi da porre al centro della riflessione teologica, così come ha fatto sant' Alfonso nel suo tempo. Il porsi in ascolto rispettoso della realtà, cercando di discernere i segni della presenza dello Spirito, offre la possibilità di aiutare tutti a camminare con gioia, facendo decisi passi verso il bene. Lo stesso Pontefice in Evangelii gaudium ci ricorda che «la realtà è superiore all' idea». Tra le motivazioni della sua proclamazione a dottore della Chiesa si ricorda soprattutto l' impegno contro gli errori del giansenismo. Ma la Bolla del 23 marzo 1871 va molto oltre. Il decreto di Pio IX indica le motivazioni del riconoscimento del dottorato al de' Liguori. La prima è la capacità di sant' Alfonso di proporre a livello teorico e di prassi pastorale una strada misericordiosa opposta alla visione giansenista. A questa motivazione poi ne seguono altre tre: l' essere stato capace di intervenire in questioni complesse a livello teologico, di offrire con i suoi insegnamenti argomentazioni a sostegno della definizione dell' infallibilità del Pontefice, dogma proclamato nel 1870, proponendo infine una Mariologia capace di parlare al cuore e alla mente. A queste motivazioni se ne può aggiungere un' altra, come ha asserito il grande don Giuseppe de Luca: sant' Alfonso grazie al metodo della vita devota, ha saputo insegnare a pregare ad intere generazioni di fedeli. Nella sua riflessione è centrale il ruolo della coscienza come luogo dell' ascolto di Dio.

Il de' Liguori indica nella coscienza il fondamento e l' avvio di tutta la vita morale e spirituale. Sostiene che la coscienza si pone come "regola formale", bisognosa di aderire alla legge divina. La legge divina diventa formalmente regola, solo attraverso il riconoscimento della coscienza e finché ad essa non è chiara, non può porre un obbligo certo. Questo cammino fonda nella reciprocità il rapporto vivificante tra coscienza e norma, per scegliere il bene che Dio ci indica. Propone una visione teologica della coscienza chiamata alla pienezza del bene, anche se "fragile" e segnata dalle amare conseguenze del peccato, in quanto fondata sull' incontro salvifico con Cristo. La vita morale allora, si fa possibile quando è innestata in Cristo, che invita alla "uniformità" con la volontà di Dio. In che cosa consiste soprattutto l' attualità di sant' Alfonso? Guardando all' insegnamento di papa Francesco verrebbe voglia di dire nell' attenzione agli ultimi e nel richiamo alla misericordia di Dio. Nel tempo in cui opera Alfonso, alcune correnti teologiche propugnavano l' idea di un Dio giudice e conseguentemente di un essere umano quasi incapace di potersi salvare. Egli oppone a questa visione un Dio d' amore, che per "catturare" il cuore dell' uomo, arriva a "toccare" la sua umanità, incarnandosi. Un Dio che si "abbassa" per "innalzare" l' uomo, tutto l' uomo, e ogni uomo, a cominciare soprattutto dagli ultimi, dai più abbandonati socialmente e spiritualmente, direbbe il santo dottore. Tra la proposta morale di Alfonso e l' insegnamento di papa Francesco è innegabile una certa sintonia. Sin dall' inizio del suo pontificato ci ha invitato a porre al centro di ogni attività evangelizzatrice il kérigma, affinché illumini il cammino dell' uomo contemporaneo.

Sant' Alfonso è patrono di moralisti e confessori, sul suo esempio quali caratteristiche deve avere un prete nel confessionale? Alfonso indica che quattro sono gli uffici del confessore: padre, medico, dottore e giudice. Come padre il sacerdote deve accogliere ed abbracciare nel cuore i peccatori. Come medico si deve preoccupare di promuovere e sostenere il cammino di guarigione dei fedeli. Come dottore, in quanto depositario di una verità salvifica, deve annunciarla incessantemente alle persone fragili, bisognose. Infine come giudice il sacerdote deve lasciasi guidare sempre dalla condotta misericordiosa del Redentore. Per tanti fedeli sant' Alfonso Maria de' Liguori richiama immediatamente "Tu scendi dalle stelle", che posto occupa nella sua vita quella preghiera in forma poetica? La storia di questo canto scritto da sant' Alfonso, in una delle sue ultime missioni popolari, è singolare. Le strofe sanno ben condensare la visione cristocentrica del mistero di Dio che si incarna per amore per donare la Redenzione. In questo canto si trova in sintesi il motto della congregazione redentorista fondata da sant' Alfonso " Copiosa apud Eum redemptio": la redenzione è abbondante presso Dio. Lo stesso Alfonso parlando del tempo dell' attesa dell' incontro tra Dio e l' uomo, lo definisce «il tempo degli amanti». (Avvenire)

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