Il Nostro tempo - Da 800 anni La Verna parla di san Francesco
«Tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena m'è diletto». Sono queste parole di san Francesco, famosissime, all'origine del Santuario de La Verna, esattamente 800 anni fa. Secondo la tradizione, infatti, l'8 maggio 1213 Francesco insieme a frate Leone sta attraversando il Montefeltro, quando sente parlare di una festa al castello di San Leo. Per lui, è un'occasione per parlare del Vangelo a tante persone. Lì, nel palazzo dei conti Nardini, o secondo altre cronache su un muretto del borgo, quasi come un menestrello, canta quelle parole. Così appassionate da commuovere il conte Orlando Cattani, signore del castello di Chiusi in Casentino (odierna provincia di Arezzo). Che, poi, chiede un incontro a Francesco. Sempre secondo la tradizione, il santo gli ricorda di adempiere prima al dovere della cortesia e dell'amicizia: «Onora gli amici tuoi che ti hanno invitato per la festa e desina con loro, e dopo desinare parleremo insieme quanto ti piacerà». L'incontro, inutile dirlo, è intenso: il conte apre il cuore al giovane frate che parla in quel modo dell'amore di Dio. Alla fine, come si legge sul sito del santuario (www.santuariolaverna.org), il conte Orlando gli fa «un'offerta che gli pareva adatta al suo voler essere tutto di Dio, alla sua ricerca di solitudine: "Io ho in Toscana uno monte divotissimo il quale si chiama monte della Vernia, lo quale è molto solitario e salvatico ed è troppo bene atto a chi volesse fare penitenza, in luogo rimosso dalle gente, o a chi desidera fare vita solitaria. S'egli ti piacesse, volentieri Io ti donerei a te e a' tuoi compagni per salute dell'anima mia"». L'offerta piacque a Francesco. Poco tempo dopo mandò due suoi compagni a vedere e, avuto conferma che quanto il conte diceva corrispondeva a verità, accettò il monte «con grande gioia». È l'inizio di una storia di preghiera, testimonianza e santità, che continua da otto secoli. Già, perché, come ricordano ancora oggi i francescani del santuario, «i Fioretti narrano che quando san Francesco vi si recò, fu accolto alle falde del monte da una grande torma di diversi uccelli, li quali con battere l'ali mostravano tutti grandissima festa e allegrezza. Francesco disse ai frati suoi compagni che questo era segno del compiacimento divino: al nostro Signore Gesù Cristo piace che abitiamo in questo luogo solitario. Così la Verna divenne uno dei romitori nei quali ogni anno egli amava passare prolungati periodi di ritiro. Non sappiamo quante volte vi sia salito. Conosciamo invece i fatti della quaresima di S. Michele, che vi passò sul finire dell'estate del 1224. Sarebbe stata questa la sua ultima sosta alla Verna. Era stanco e ammalato. Aveva rinunciato a guidare personalmente il suo ordine: ormai aveva avuto la sicurezza dell'approvazione della Regola da parte del papa Onorio IV (29 novembre 1223)». Infatti, mentre Francesco si prepara alla festa dell'arcangelo nella preghiera e nel digiuno, chiede a Dio di partecipare al dolore provato da Cristo durante la passione. E in un giorno vicino alla festa liturgica dell'esaltazione della Croce, riceve le stimmate nelle mani, nei piedi e nel costato (il martirologio romano fissa l'evento al 17 settembre). Di questo doloroso privilegio, mai accaduto in precedenza, Francesco non parla a nessuno: soltanto pochi confratelli ne vengono a conoscenza prima della morte, avvenuta nella notte tra il 3 e il 4 ottobre 1226. Dopo il suo «transito», l'evento ha comprensibilmente una portata enorme. Ne parla Dante, nel «Paradiso»: «Nel crudo sasso intra Tevere ed Arno / da Cristo prese l'ultimo sigillo / che le sue membra due anni portarno» (XI, 106-108). Giotto dedica al miracolo un dipinto oggi conservato al Louvre di Parigi e un affresco nella Basilica superiore di Assisi. E nel Palazzo Nardini, a San Leo, dove si sono incontrati san Francesco e il conte Orlando, una stanza è adibita a cappella e sull'altare campeggia il dipinto di Ciro Pavisa (1890-1972), che rievoca appunto il miracolo. Per più motivi, dunque, La Verna diventa luogo sacro. All'originaria cappella voluta dal santo e dedicata a Santa Maria degli Angeli, si aggiungono la basilica, costruita tra il 1348 e il 1509, e varie cappelle (per inciso, vi si conservano bellissime terrecotte dei Della Robbia). E il complesso, come disse papa Paolo VI, «a causa dell'esperienza singolare che S. 15/12/2013 Il Nostro Tempo - N.46 - 15 dicembre 2014 Pag. 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SAN FRANCESCO - Rassegna Stampa 16/12/2013 69 Francesco vi ebbe di Cristo, anime pensose lo annoverano ancora tra gli alti luoghi dello spirito». Gli ha fatto eco papa Benedetto XVI: «Quanti pellegrini sono saliti e salgono su questo Sacro Monte a contemplare l'Amore di Dio crocifisso e lasciarsi rapire da Lui. Quanti pellegrini sono saliti alla ricerca di Dio, che è la vera ragione per cui la Chiesa esiste: fare da ponte tra Dio e l'uomo». Se a tutto questo si aggiunge la bellezza della natura, con il "dente" roccioso visibile da tutto il Casentino e dall'alta Val Tiberina, ricoperto da faggi e abeti, e con la vetta (m 1283) tagliata da tre lati, si comprende perché il complesso del santuario, a 1128 metri, sia non soltanto un eccezionale richiamo di spiritualità, arte e cultura, ma anche mèta di turisti e soprattutto di tanti giovani, che lo raggiungono a piedi, percorrendo in tutto o in parte il sentiero, lungo 190 km, che collega La Verna ad Assisi, o il «Cammino di Assisi», che ha come partenza il santuario francescano di Montepaolo Dovadola, vicino a Forlì, e arrivo appunto nella città natale del santo (oltre 300 km). Tra le iniziative per gli 800 anni, dalle celebrazioni alla rievocazione storica, merita una segnalazione il francobollo emesso dalla repubblica di San Marino: ricorda tra l'altro il legame con San Leo, realtà territoriali gemellate in onore dei fondatori, Leone e Marino, appunto, che nel 257 giunsero dall'isola di Arbe in Dalmazia, sfuggendo alla persecuzione di Diocleziano, e diedero origine alle due città. Per ulteriori informazioni, ci si può rivolgere al santuario (http://www.santuariolaverna. org; e-mail foresteria: santuarioverna@gmail.com; tel. 05755341), oppure si possono consultare, tra gli altri, i siti www. ilsentierodifrancesco.it , www. viadifrancesco.it e www.camminodiassisi.it, che tra l'altro rilascia la «Assisiana», documento ufficiale (al quale ha concorso la curia di Assisi) che certifica l'avvenuto pellegrinaggio sui sentieri dove passarono san Francesco e sant'Antonio di Padova.
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