Lettere al direttore

Il dolore devastante per la morte di mio figlio

Redazione Pixabay
Pubblicato il 09-03-2021

Salve Padre Enzo,
mi chiamo Simona, ho 60 anni. Sono sposata con Luigi, abbiamo tre figli e cinque nipoti. Da un po’ di tempo mi collego al suo sito e ascolto le meditazioni al Vangelo. Grazie ai suoi video percorro le vie di Assisi che porto costantemente nel cuore. Mio marito ed io siamo arrivati ad Assisi dopo il dolore devastante della perdita di Gianfranco, il nostro terzo figlio, sette anni fa, a causa di un inspiegabile incidente. Aveva venti anni. Da quel primo drammatico giorno mi sono completamente affidata al Signore dicendogli: “Se è questo ciò che vuoi mi devi aiutare” e abbandonandomi con fiducia a Lui sono arrivata fin qui. Ho parlato di “volontà di Dio”, so benissimo che è un argomento lungo e complesso, non mi sono mai chiesta “perché”, se una risposta c’è verrà da sé. Inconsapevolmente cercavamo qualcosa senza un preciso obiettivo. Troppo dolore! Dopo circa due mesi andammo all’Eremo di Fonte Avellana e proprio lì il Signore si fece trovare tendendoci la mano. Sì, perché tramite uno dei monaci abbiamo avuto il recapito di una suora di Assisi che una volta l’anno organizza un corso di tre giorni per genitori con i figli in cielo. Ed è così che ha avuto inizio il nostro percorso elaborativo. Frequentare quei corsi ci ha aperto sia la mente che l’anima. Abbiamo capito che la nostra fede era dettata un po’ anche dalla tradizione. Attraverso l’a- nalisi dettagliata di alcuni passi del Vangelo e dell’Antico Testamento ci si è rivelato un Dio diverso: un Dio amabile e presente specialmente nel dolore. Comprendere che anche nella devastazione “la medaglia ha un rovescio e quel rovescio riporta il volto di Dio”, ci ha aiutati a vivere con serenità. Personalmente ho scoperto tanta “bellezza” nella conoscenza appro- fondita della Parola. Ogni giorno cerco di capire e mettere in pratica quello che Gesù vuole dirmi. Non è facile! Non avevo un santo a cui affidarmi, poi venendo ad Assisi ho conosciuto san Francesco. Non l’ho più lasciato. A distanza di sette anni devo dire che la ferita è ancora sanguinante, ma nonostante tutto si ringrazia Dio per quello che si ha: una bella famiglia, una vita semplice e serena, la fede dove ritroviamo Gianfranco perché quella fede ci dice che la “morte non esiste e nostro figlio è più vivo che mai”. Ringraziamo il Signore per tutte le persone che ha messo sul cammino di due genitori dal cuore ferito. Per me che ho ini- ziato a seguirla giornalmente una di quelle persone è lei: ha il potere di far vivere delle belle emozioni attraverso l’interpretazione della Parola, si percepisce che i concetti che esprime le vengono dal cuore. Ho appena iniziato il suo libro “La tunica e la tonaca”... si prospettano altre emozioni. Avrei desiderio di ricevere la vostra nuova rivista “Momenti francescani”, la ringrazio fin d’ora. Simona 

 

Carissima Simona,
la tua più che una lettera è la testimonianza di una donna animata dalla fede, quella che niente e nessuno può togliere... perché è dono del Signore. Cito la tua affermazione “un Dio amabile e presente, specialmente nel dolore”. Credo che questo tuo narrarti, non solo ti ha dato il coraggio per affrontare nuovamente la vita, ma ti fa essere luce insieme alla tua fa- miglia per tanti di noi. Non puoi immaginare quanto bene hai donato a me che ti ho letto, ma anche, ne sono convinto, a chi ci sta leggendo. La tua lettera rischio di sciuparla con le mie parole. È talmente limpida che ogni parola è uno squarcio di luce. Sono contento del cammino che stai vivendo, animato dal ricominciare, dalla speranza e da una luce che in cielo brilla per te. Cos’è la morte se non una luce che si accende in cielo? Sai, in maniera diversa, vorrei augurarti quello che è accaduto a me, quando a 18 anni persi mia madre, e con un rapporto difficile con mio padre, il mondo mi crollò addosso. Ma da allora, tutto è cambiato e porto con me la consapevolezza profonda che se il cammino è stato diverso e migliore è grazie a questa luce in cielo. Ti auguro questo: di sperimentare ogni giorno questa luce. Un caro saluto di pace e bene.

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