Dopo 22 anni ritorno in "Chiesa"
Carissimo Padre Enzo,
devo ringraziarla perchè da qualche mese ho ripreso il mio cammino cristia- no dopo un lungo e doloroso distacco durato 22 anni. Tutto è nato ascoltando- la una domenica su Radio1 e quando ho sentito la sua trasmissione qualcosa si è risvegliato in me. Ho fedelmente se- guito tutti gli insegnamenti della Chiesa fino ai 17 anni; ho servito messa tutti i giorni, ero stato nominato anche Ceri- moniere dal Parroco. A 14 anni volevo andare in seminario ma mia madre me lo proibì. Poi il distacco, la perdita, il tut- to dovuto allo spostamento del curato del mio paesino. Era un secondo padre per me, sono cresciuto a casa sua, con i suoi genitori, i suoi fratelli, è stato per me un colpo fortissimo, doloroso, incol- mabile... Ma erroneamente ho dato la colpa alla persona sbagliata. Me ne ren- do conto solo ora. Grazie Padre Enzo, ora devo dire che sto meglio e devo tutto a lei, e ogni sera la ricordo sempre nelle mie preghiere. Le chiedo una pic- cola preghiera per mio padre Giacomo che sta lottando contro una fortissima depressione per aver perso il posto di lavoro a 60 anni. Io e mia madre non sappiamo più come spronarlo, come ri- portarlo alla vita. Prego ogni sera per lui – non le nascondo qualche lacrima – ma la situazione non fa altro che peggiora- re e temo per la sua vita. Ogni bene a lei carissimo Padre, spero un giorno di po- terla abbracciare ad Assisi e farle capire quanto le sono grato per essere entrato nella mia vita. Daniel (@)
Carissimo Daniel,
la tua breve lettera è ricca di spunti di riflessione, ma soprattutto è ricca dell’incontro con Dio che ha suscitato, attraverso i nostri poveri mezzi, la grazia e la luce per illuminare il nostro cammino. La prima cosa che mi è venuta in mente è l’immagine del figliol prodigo che ritorna nella casa del Padre. E non si può non gioire per questo momento. Ti auguro di assaporare giorno per giorno, nella casa di Dio, la bontà e la festa dell’incontro che, come francescani, chiamiamo fraternità. L’altro spunto mi permette di dire, non solo a te, ma anche a chi ci legge, l’importanza di comprendere che i nostri pastori, i nostri parroci o le nostre fraternità possono cambiare. Da una parte è bello sapere che le persone si affezionano al loro pastore, dall’altra siamo tutti chiamati a crescere nella libertà. È un po’ come il papà e la mamma quando permettono al loro figlio, pur nel comprensibile dolore del distacco, che lasci casa e costituisca una nuova famiglia. La bellezza e la libertà del cristiano sta proprio in questa capacità di distaccarsi, indice di maturità umana e spirituale. Prego per te, per il tuo caro babbo e tu, al di là dei tuoi genitori, cerca di coltivare il sogno della tua vita. Un caro saluto di pace e bene
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