home

Ufficio della Passione del Signore

Felice Accrocca
Pubblicato il 30-11--0001



Tra gli Scritti di Francesco si trova anche un Ufficio della Passione del Signore ed è, tra tutti, quello più “pieno del mistero e della voce di Cristo” (Carlo Paolazzi). È bene rileggerlo, tenuto conto che tra pochi giorni mediteremo con particolare intensità la Passione di Cristo. L'Ufficio, nel quale Francesco si propone di celebrare “l'intero mistero della redenzione” (Ezio Franceschini), si caratterizza per l'insistente richiesta di soccorso rivolta a Dio contro i nemici. Emblematiche alcune espressioni del primo salmo: “I miei amici e i miei compagni si sono avvicinati e fermati contro di me, e i miei vicini sono rimasti a distanza. Hai allontanato da me i miei conoscenti: mi hanno ritenuto per loro una vergogna, sono stato tradito e non c'era scampo”. L'Ufficio, dunque, come una preghiera di lotta: lotta di Gesù, alla fine della sua vita terrena, contro il nemico infernale; richiesta di soccorso al Padre, perché l'aiutasse in quel combattimento durissimo; esultanza delle creature per la vittoria da Lui ottenuta nel suo mistero pasquale. Una lotta che non compete al solo Gesù, ma coinvolge pienamente coloro che aspirano ad essere suoi discepoli, soprattutto nell'ora della sofferenza e della prova.
Si veda, ad esempio, il modo in cui Francesco rielabora il versetto: “Portate offerte, ed entrate nei suoi atri”; tale invito si trasforma, nella sua preghiera, in un incitamento alla lotta contro se stessi e contro il peccato, in un'esortazione a prendere la croce sulle spalle per seguire le orme di Cristo, che tanto patì per noi: “Portate in offerta i vostri corpi e prendete sulle spalle la sua santa croce, e seguite sino alla fine i suoi santissimi comandamenti”. Come Cristo perdonò quelli che lo crocifiggevano, lo insultavano e gli sputavano in faccia, così doveva fare chi si era impegnato a seguirlo: una lotta difficile e Francesco ne era cosciente; per questo non si stancava di chiedere soccorso dall'alto. Nella sua parafrasi del Padre Nostro, commentando la richiesta di remissione dei peccati, “come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, egli esclama: “e quello che non rimettiamo pienamente, tu, Signore, fa' che pienamente perdoniamo, cosicché, per amor tuo, amiamo sinceramente i nemici e devotamente intercediamo per loro presso di te, non rendendo a nessuno male per male e impegnandoci in te ad essere di giovamento in ogni cosa”.
Francesco compose quest'Ufficio forse nei primi anni Venti, in un momento molto difficile della sua vita; un testo nel quale egli proponeva alla meditazione sua e dei suoi frati l'esempio del Cristo, che nel momento supremo aveva saputo fare della sua vita un dono, vincendo le insidie dell'antico tentatore. Era per tutti (anche per noi) un invito a fare altrettanto: nei momenti di sofferenza si prova la nostra fede, perché – dice un proverbio – allora si vede di che legno sono fatte le croci.

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA