Francescanesimo/Il poeta Campana pellegrino a La Verna
Me ne sono andato per la foresta con un ricordo, risentendo la prima ansia.
Ricordavo gli occhi vittoriosi, la linea delle ciglia. Forse mai non aveva saputo: ed ora la ritrovavo al termine
del mio pellegrinaggio che rompeva in una confessione così dolce, lassù lontano da tutto. Era scritta a metà
del corridoio dove si svolge la Via Crucis della vita di S. Francesco (...)». Così scrive Dino Campana nei
'Canti Orfici', una scrittura che nasce dal cuore perchè racconta il suo incontro col monte de La Verna, nel cui
santuario San Francesco ricevette le stimmate e mise in atto la regola dettata ai suoi fratelli, i frati minori
francescani: vivere nell' obbedienza di nostro Signore Gesù, senza tenere nulla di proprio. Ogni tanto
dovremmo tenerla a mente questa che è tra le più alte forme di religiosità e altruismo mai predicati in Italia.
San Francesco scavò immediatamente anche nel cuore di Dino Campana, che ebbe una vita di grandi
sofferenze, divisa tra anima e riflessioni . Venerdì 20 agosto alle 21 proprio per ricordare questo poeta grande
e maledetto nel centenario del suo viaggio- cammino verso La Verna, si terrà a Marradi nella Corte delle
Domenicane - organizzato dal Centro Studi Campaniani - la presentazione del libro: «Dino Campana, La
Verna», a cura di Giuseppe Sandrini, a cui seguirà « Il canto fu breve», dove il poeta Pier Luigi Berdondini
leggerà alcuni passi dai 'Canti Orfici' che segnano appunto, l'arrivo di Campanaa verso il monte «più santo
del mondo». Marco Salvadori, primo oboe dell'Orchestra del Maggio Fiorentino, accompagnerà la lettura.
Annota Campana, immergendosi nel pensiero di Francesco d'Assisi: «Dalle inferriate sale l'alito gelido degli
antri. A metà, davanti alle semplici figure d'amore il suo cuore si era aperto ad un grido ad una lacrima di
passione, così il destino era consumato!» Non a caso Francesco è il Santo protettore d'Italia: una figura
rivoluzionaria della Chiesa cristiana, messaggero ed ambasciatore di pace in Oriente: tutte descrizioni che si
possono attribuire a San Francesco, il "poverello d'Assisi". E perché non aggiungere, in fondo, anche quella
di filosofo? Ha vissuto da anticonformista, ha predicato e messo per iscritto le sue idee, ha avuto numerosi
discepoli. La sua concezione della vita va al di là di un semplice atteggiamento religioso, si può
tranquillamente definire una vera e propria filosofia. Dino Campana dàe una spiegazione all'idea di
Francesco d'Assisi: «La sua rinuncia è semplice e dolce: dalla sua solitudine intona il canto alla natura con
fede. Frate Sole, Suor Acqua, Frate Lupo. Un caro santo italiano. Hanno rivestito la sua cappella scavata
nella viva roccia - scrive il poeta -. Un frate decrepito nella tarda ora si trascina nella penombra dell'altare,
silenzioso nel saio villoso, e prega le preghiere d'ottanta anni d'amore. Fuori il tramonto s'intorbida. Strie
minacciose di ferro si gravano sui monti prospicenti lontane». La Verna, dove ancora è volutamente tutto
fermo a com'era: lontana da troppa gente che per credere ha bisogno di gadget.(La Nazione - Firenze)
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