Le visite dei pontefici

É durato circa mezz'ora il rito nuziale che ad Assisi ha unito Robert McNamara e Diana Masieri, una cerimonia celebrata nel segno della riservatezza e della semplicità. Solo un mazzo di fiori, di rose bianche e rosse, ha adornato la cappella delle reliquie della Basilica inferiore di San Francesco dove si è svolto il matrimonio, svoltosi con il rito cattolico. I testimoni sono stati due frati, un romeno, Silvestro Bejan, e il vicario del Sacro Convento, Giuseppe Marini. L'ex ministro della difesa statunitense (incarico ricoperto con i presidenti John Kennedy e Lyndon Johnson), è protestante mentre la consorte è cattolica. Per questa ragione c'è stata una speciale dispensa considerando tale diversità.
"Si sono commossi", ha detto padre Pasquale Magro, il francescano che ha officiato le nozze in lingua inglese. "Ho detto loro - ha spiegato - poche parole, ho sottolineato che questa è la festa dell'amore".
"Gli sposi - ha sottolineato ancora il francescano - mi hanno detto che c'è una bella differenza con il rito civile, freddo e burocratico. Invece questo è fatto con il cuore".
Non c'è stata comunque una vera e propria messa anche se la lettura scelta - l'inno all'amore di San Paolo nella lettera ai Corinzi - e il Vangelo con le nozze di Cana hanno richiamato la celebrazione di una normale funzione religiosa.
"E stata una cerimonia meravigliosa", ha commentate al termine McNamara che per la sesta volta si è recato in pellegrinaggio ad Assisi.
"Ho sentito una particolare atmosfera nella città della pace", ha poi aggiunto l'ex ministro della difesa.
"Lui ha voluto fortemente celebrare il matrimonio ad Assisi - ha detto la moglie – perché è particolarmente legato a Francesco".
In questa giornata di festa, ha detto comunque la sua sull'intervento militare della coalizione in Iraq, anche se non ha fatto riferimenti diretti a Bush o ad altri personaggi dell'amministrazione statunitense. "É un terribile problema che non so come andrà a finire", ha detto giudicando seccamente quella decisione: "hanno sbagliato". Secondo McNamara, "erroneamente si è pensato che ci fossero armi nucleari e di distruzione di massa: è triste". É apparso preoccupato per il futuro del mondo, anche alla luce delle ipotesi espresse da un suo ex collega, il ministro della difesa William Perry, e da un docente della scuola Kennedy di Harvard, Graham Allison, di un attacco nucleare che potrebbe essere realizzato, con il 50 per cento di possibilità, nei prossimi dieci anni. Poi preferisce tacere e ricordare l'emozione del "meraviglioso rito" che si è tenuto nella cappella delle reliquie della Basilica inferiore.
Robert McNamara è stato anche presidente della Ford e della banca Mondiale. Con un'esperienza particolare nelle stanze dell'amministrazione statunitense, manifesta preoccupazione per il futuro del mondo. E sottolinea cosa va cambiato per garantire la convivenza tra gli uomini.
Va ridotto l'uso della armi nucleari perché, con esse, basta un errore per distruggere l'umanità. Solo Dio sa come si è evitata una catastrofe tra USA e Urss per la questione legata a Cuba.
Quali fattori hanno evitato allora il conflitto?
É stato solo un colpo di fortuna, sembrava che non ci fosse più niente da fare ed eravamo pronti al peggio. Pensavo di trovarmi ad un secondo prima della terza guerra mondiale.
Come è la situazione oggi?
Ci sono ventimila capsule nucleari in tutto il mondo quindi bisogna fare di tutto perché vengano distrutte.
Cosa possono fare le religioni?
Mettersi insieme per aiutare e spingere i governi, affinché cooperino alla pace.
Parliamo di pace ma lei è state ministro della difesa all'epoca del Vietnam
La pace è una bella parola, ma è vaga. É necessario invece dire qualcosa di particolare e di concreto perche la pace si realizzi. Anche voi francescani che avete un compito così importante all'interno della chiesa e della società, fatela diventare concreta con iniziative concrete. Se parlerete di queste e le realizzerete, otterrete la pace. Non fate
come i protestanti che in America per avere i fondi si sono alleati con il governo e non spingono sulle iniziative per fermare la guerra.
Un suo ricordo del presidente Kennedy
Mi colpiva la sua riflessione nelle cose. Non voleva essere mai superficiale. Una cosa mi ha più colpito al momento del suo insediamento quando disse: "Cari americani, non chiedetevi cosa la nazione può fare per voi ma cosa voi potete fare per la nazione". (E. F.)
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