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Quando Margaret Thatcher citò san Francescodi sir Ivor Roberts, Presidente del Trinity College Oxford

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001

IL NEO PRIMO MINISTRO PRONUNCIÒ SUI GRADINI DELLA SUA NUOVA DIMORA LE PAROLE DEL SANTO DI ASSISI: “DOVE C'È DISCORDIA, CHE SI POSSA PORTARE ARMONIA”

San Francesco ha sempre avuto un ruolo importante nella mia vita. Quando ricevetti la Cresima dal famoso cardinale inglese Heenan, negli anni Cinquanta, mi fu impartito come secondo nome quello di Francesco, sebbene allora nessuno dei miei insegnanti mi avesse detto di aver riscontrato in me la virtù francescana dell'umiltà!

Da un punto di vista più generale, per i britannici la figura di san Francesco richiama alla mente solitamente due virtù principali: la rinuncia dei beni materiali e la capacità di parlare agli animali e agli uccelli, ovvero la sua interpretazione letterale di Dio come creatore di tutte le cose della terra, ciascuna degna di rispetto e dignità in quanto co-creazione divina.

Fu perciò piuttosto scioccante per i britannici, trent'anni fa, sentir uscire dalla bocca di un neoeletto Primo Ministro, nel suo discorso di insediamento nella residenza ufficiale al n. 10 di Downing Street, le parole di una preghiera di san Francesco. All'apertura di una fitta agenda di cambiamenti radicali, Margaret Thatcher aveva deciso di pronunciare sui gradini della sua nuova dimora le parole del Santo di Assisi: “Dove c'è discordia, che si possa portare armonia” (Preghiera semplice - prima strofa).

Per un Primo Ministro che doveva evitare il consenso e l'inclusività a tutti i costi, queste parole costituirono una scelta quanto meno sorprendente e in alcuni casi poco apprezzata, ma che di certo ebbe il merito di stimolare una sorta di revisione del messaggio di Francesco sotto una luce più incisiva e meno caritatevole di quanto non fosse stato fatto precedentemente. Avevamo forse frainteso l'insegnamento teologico francescano? La conclusione generale fu, tuttavia, che a travisare le parole del Santo fu la Thatcher, la quale era uscita dagli schemi e aveva abbracciato il messaggio francescano in un eccesso di zelo, sospinta dall'euforia della sua vittoria alle elezioni.

Nei discorsi politici successivi, la Lady di Ferro smise quindi di attingere a una simile fonte di ispirazione. Durante la guerra delle Falkland, i suoi toni ricordavano più quelli di un Marco Aurelio o di un Churchill che di un san Francesco. Il messaggio del Santo però non andò perduto. Altri importanti personaggi del panorama politico avrebbero ripreso le sue idee, primo tra tutti Nelson Mandela. Il presidente sudafricano è noto per aver adattato gli ideali francescani alle norme di vita della società moderna, oggi diffusi anche tra i britannici.

È straordinario come la filosofia di un santo del Duecento possa pervadere il discorso politico della società europea del XXI secolo.

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