Quando Margaret Thatcher citò san Francescodi sir Ivor Roberts, Presidente del Trinity College Oxford
IL NEO PRIMO MINISTRO PRONUNCIÒ SUI GRADINI DELLA SUA NUOVA DIMORA LE PAROLE DEL SANTO DI ASSISI: “DOVE C'È DISCORDIA, CHE SI POSSA PORTARE ARMONIA”
San Francesco ha sempre avuto un ruolo importante nella mia
vita. Quando ricevetti la Cresima dal famoso cardinale inglese
Heenan, negli anni Cinquanta, mi fu impartito come secondo
nome quello di Francesco, sebbene allora nessuno dei miei
insegnanti mi avesse detto di aver riscontrato in me la virtù
francescana dell'umiltà!
Da un punto di vista più generale, per i britannici la figura di san
Francesco richiama alla mente solitamente due virtù principali:
la rinuncia dei beni materiali e la capacità di parlare agli animali
e agli uccelli, ovvero la sua interpretazione letterale di Dio come
creatore di tutte le cose della
terra, ciascuna degna di rispetto
e dignità in quanto co-creazione
divina.
Fu perciò piuttosto scioccante
per i britannici, trent'anni fa,
sentir uscire dalla bocca di un
neoeletto Primo Ministro, nel
suo discorso di insediamento nella residenza ufficiale al n. 10
di Downing Street, le parole di una preghiera di san Francesco.
All'apertura di una fitta agenda di cambiamenti radicali,
Margaret Thatcher aveva deciso di pronunciare sui gradini della
sua nuova dimora le parole del Santo di Assisi: “Dove c'è discordia,
che si possa portare armonia” (Preghiera semplice - prima strofa).
Per un Primo Ministro che doveva evitare il consenso e
l'inclusività a tutti i costi, queste parole costituirono una scelta
quanto meno sorprendente e in alcuni casi poco apprezzata, ma
che di certo ebbe il merito di stimolare una sorta di revisione
del messaggio di Francesco sotto una luce più incisiva e meno
caritatevole di quanto non fosse stato fatto precedentemente.
Avevamo forse frainteso l'insegnamento teologico francescano?
La conclusione generale fu, tuttavia, che a travisare le parole del
Santo fu la Thatcher, la quale era uscita dagli schemi e aveva
abbracciato il messaggio francescano in un eccesso di zelo,
sospinta dall'euforia della sua vittoria alle elezioni.
Nei discorsi politici successivi, la Lady di Ferro smise quindi di
attingere a una simile fonte di ispirazione. Durante la guerra delle Falkland, i suoi toni ricordavano più quelli di un Marco Aurelio o
di un Churchill che di un san Francesco.
Il messaggio del Santo però non andò perduto. Altri importanti
personaggi del panorama politico avrebbero ripreso le sue
idee, primo tra tutti Nelson
Mandela. Il presidente
sudafricano è noto per aver
adattato gli ideali francescani
alle norme di vita della
società moderna, oggi diffusi
anche tra i britannici.
È straordinario come la
filosofia di un santo del
Duecento possa pervadere il discorso politico della società
europea del XXI secolo.
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