P. Enzo Fortunato è stato nominato uditore della Plenaria e il responsabile della comunicazione dal Cardinal Gianfranco Ravasi
La prossima Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura, in programma dal 6 al 9 febbraio prossimo a Roma, vedrà riuniti circa 60 esponenti del mondo ecclesiale e della società civile provenienti da tutto il globo. Tra questi anche Padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, indicato dallo stesso Ravasi.
Gli obiettivi e il programma di questa quattro giorni dedicata ai giovani e alle trasformazioni sociali e culturali del XXI secolo verranno illustrati alle 11,30 di oggi, nella sala stampa vaticana, in una conferenza stampa tenuta da Ravasi, con Mons. Carlos Alberto Azevedo, delegato del Pontificio Consiglio della Cultura, Alessio Antonielli, rappresentante giovani, e Farasoa Mihaja Bemahazaka, studentessa (diretta della conferenza stampa sul sito www.sanfrancesco.org).
«L'importanza di questo evento - spiega padre Enzo Fortunato - , tutto incentrato sul comprendere in maniera efficace la condizione giovanile, sottolinea come si abbia a che fare con i giovani e non la gioventù. Siamo cioè di fronte ad un mondo complesso e variegato che dipende da molteplici fattori economici, sociali e familiari. L'essere "giovane" si è trasformato in uno dei grandi referenti quasi mitici della nostra cultura, praticamente l'unico modello socialmente disponibile per tutti. Tuttavia, il primato simbolico dello stile di vita giovanile nasconde una società che, nella pratica, abbandona alla loro fortuna i giovani e li confina agli ultimi posti nella gerarchia di interessi che la muovono.
Una serie di elementi rilevati dai membri e dai consultori sembrano accumunare i giovani contemporanei: una dilagante cultura autocentrica, determinata dall'individualismo pragmatico come valore assoluto. La privatizzazione della fede e sconfessionalizzazione della credenza che sembra richiamare una logica "salva" o "cancella (delete)" in contraddizione al volontariato e altruismo. Il forte disinteresse sociale, la perdita delle ideologie e l'apatia politica.
Molti sono i cambiamenti dati dal prepotente ingresso della cultura digitale, con una rivoluzione dei punti di riferimento per la crescita umana, sociale e mentale accompagnata da una cultura appiattita di umanesimo fast, di un intrattenimento leggero. Una logica della vita come spettacolo, sensazionalista, ma anche promotrice di mediocrità e futilità, dove spesso lo step successivo finisce per essere la depressione e il nichilismo.
Con questa presa di coscienza e con l'idea di creare un nuovo metodo di approccio, le chiese sparse nel mondo sono chiamate ad affrontare una grande sfida per comprendere questa nuova lingua, costruendo una grammatica adatta alle nuove strutture comunicative e sociali.
Per questa occasione il Cardinale ha voluto proporre alcune riflessioni apripista partendo da alcune domande: Cosa c'è di nuovo nel mondo dei giovani? Quali sono le difficoltà che incontra la chiesa nella trasmissione della fede? Qual è il loro modello di vita e quali sono le loro logiche esistenziali? Sono realmente degli analfabeti emotivi? Cosa si aspettano i giovani credenti e non credenti dalla Chiesa?
Tentare di dare una risposta, per quanto parziale, sarà il lavoro della Plenaria.
Credo che il passo verso una comunicazione e comprensione reale con i giovani e la cultura attuale si renda possibile con la vostra partecipazione. Se vorrete inviarci le vostre domande e riflessioni, potrete farlo attraverso il nostro sito dove domani potrete anche seguire la conferenza in diretta alle ore 11.30, oppure inviare le vostre proposte su Twitter tramite l'hashtag #Reply2Ravasi.
E' un importante passo per comprendere e avvicinare quelle che sono le istanze giovanili a noi contemporanee e sono certo che le vostre "sollecitazioni" ci aiuteranno».
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