francescanesimo

L’innamorato di Maria, San Bernardino da Siena

Antonio Tarallo Carlo Crivelli - Wikipedia
Pubblicato il 20-05-2022

Viaggio nella devozione mariana francescana

Citato come “testimone” dell'Assunzione della Vergine Maria nella Costituzione apostolica Munificentissimus Deus (1950) di Papa Pio XII, tra i santi più innamorati di Maria, San Bernardino da Siena, sin dall’infanzia aveva mostrato questo amore del tutto speciale per la Madonna. Diceva: “Io sono innamorato della Vergine, a Lei sempre penso, Lei teneramente amo e non posso passare alcun giorno senza visitarla”.

San Bernardino da Siena fu uno dei più grandi studiosi della Vergine: così ci dicono numerosi teologi dal '500 in poi che riferendo e sviluppando i suoi pensieri, hanno prodotto una vasta produzione di testi mariologici. Basterebbe pensare anche ai pontefici che - nel corso della storia della Chiesa - lo hanno citato: Leone XIII (Iucunda semper, 1894), o ad esempio, Pio X (Ad diem illum, 1904). Bernardino, infatti, scrisse ben undici sermoni specificamente mariani, in lingua latina. Questi sermoni costituiscono il corpus del Tractatus de Beata Virgine. Inoltre, ci sono rimaste anche otto prediche mariane in lingua volgare, che sono state riportate da chi lo ha ascoltato.

Riflessioni, meditazioni che avevano al centro Lei, la Vergine Maria sempre. San Bernardino illustra positivamente la convenienza della predestinazione stessa di Maria collocandola accanto a Cristo, al vertice della perfezione creata. È stata proprio Maria che ha cooperato all’opera salvifica di Cristo. Il nesso tra la maternità divina di Maria e la sua funzione salvifica è strettissimo, ed è colto sempre alla luce del libero consenso. Nel pensiero di San Bernardino, Maria non fu semplice soggetto passivo della Redenzione, ma vi partecipò attivamente.

Parlando della santificazione di Maria nella sua concezione, san Bernardino cita Hugone, il quale affermava che la stessa santificazione “removit culpam originalem, confert gratiam et removet pronitatem ad peccandum tam venialiter quam mortaliter. Et haec fuit in Virgine”. Nel pensiero del santo, troveremo, inoltre un riferimento al particolare privilegio dell’Immacolata Concezione: “La Vergine Maria fo senza omni peccato mortale, veniale et originale, secondo la comune nostra opinione. Et benché santo Thoma et alcun altro Dottore dicano che Ella contrahesse el peccato originale, [...] et che per brevissimo poncto stete cum esso, ma l'Ordine nostro et multi altri Sancti et Doctori, non meno autentici [=autorevoli] di quelli, tengono ch'ella non contrahesse mai peccato originale”.

Estremo amore per la Madonna, questo sarà il carattere principale del suo pensiero teologico. Una devozione che passa dalle sue prediche, dai suoi scritti e che arriva fino ai giorni d’oggi. Non è un caso che proprio nella festività del Cuore Immacolato di Maria venga scelta una lettura dai Sermoni del santo. È il nono, denominato “De visitatione”:
“Sarà possibile che un uomo, con la sua bocca empia o addirittura abominevole, abbia la presunzione di parlare poco o tanto, della vera Madre dell’Uomo Dio, se non sulla scia della Rivelazione? Tanto più se si pensa che il Padre l’ha predestinata ad essere vergine, il Figlio la elesse come madre e lo Spirito Santo predispose che fosse dimora di ogni grazia. E io, piccolo uomo, con quali parole potrò esprimere i sentimenti di questo cuore di Vergine, già espressi dalla bocca di Dio, se non basta neppure la lingua di un angelo per descriverli?”.

È la grandezza degli umili. E non poteva essere altrimenti visto che San Bernardino ha imitato nella sua vita la Vergine, modello per lui e per tutto l’Ordine francescano.

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