Francesco, figlio di Maria
Viaggio nella devozione mariana dell’Ordine francescano
A Maria, tutto. Come un figlio affida i primi passi alla madre, così in ogni cristiano la figura della Vergine rappresenta un punto cardine della propria fede. Maggio, da sempre, è il mese per eccellenza dedicato a Maria, alla sua dolcezza. Il binomio Madonna e mese di maggio ha la sua radice nel Medioevo: ai filosofi di Chartres nel 1100; e, ancora di più al XIII secolo, quando Alfonso X detto il saggio, re di Castiglia e Leon, celebrava Maria come: “Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi e dei cieli via”. E sarà lo stesso Medioevo a vedere nascere la pia usanza del Rosario, il cui richiamo ai fiori è ben evidente sin dal nome. E, così, proprio in questo mese così particolare, San Francesco patrono d’Italia vuole condurre i lettori in un viaggio alla scoperta della devozione mariana dell’Ordine Francescano; devozione che ha contraddistinto, fin dai suoi albori, l’ordine religioso costituito da San Francesco d’Assisi.
E non si poteva iniziare questo immaginario viaggio se non con lui, che “circondava di indicibile amore la Madre del Signore Gesù, per il fatto che ha reso nostro fratello il Signore della Maestà e ci ha ottenuto la misericordia. In lei principalmente, dopo che in Cristo, riponeva la sua fiducia, e perciò la costituì avvocata sua e dei suoi. In suo onore digiunava con grande devozione dalla festa degli apostoli Pietro e Paolo fino alla festa dell'Assunzione” Con queste parole San Bonaventura descrive l’amore che nutriva Francesco d’Assisi per la Madonna.
L’aggettivo “filiale”, sappiamo bene, potrebbe essere quello più adeguato per lo stretto rapporto tra Francesco e Maria, ma potrebbe risultare non certamente esaustivo. Come ogni rapporto, infatti, quello tra Francesco e la Madonna, non può essere condensato in un solo aggettivo. Entrare nel mistero della devozione che il frate d’Assisi ebbe per la Madre - con la “m” maiuscola - vuol dire andare alla radice del pensiero dell’intero Ordine Francescano. Non è un caso, dunque, che San Francesco scelse come terza chiesa da restaurare proprio quella della Porziuncola, chiesa dedicata alla Vergine. Il primo biografo, San Bonaventura, ci spiega la motivazione: “Perché aveva grande devozione per la Madre di ogni bontà”. Un luogo che per Francesco non è solo luogo: la Porziuncola, infatti, divine per il santo uno “spazio del cuore” perché proprio qui nella chiesa dedicata alla Vergine supplicava insistentemente, “con gemiti continui, colei che concepì il Verbo pieno di grazia e di verità, perché si degnasse di farsi sua avvocata”, così si esprime sempre San Bonaventura.
La “Vita seconda” di Tommaso da Celano ci descrive la chiesa così: “Il luogo, a detta degli antichi abitanti, era chiamato, con altro nome, Santa Maria degli Angeli. Il Padre diceva di sapere per divina rivelazione che la beata Vergine, fra tutte le chiese innalzate a suo onore, amava quella con particolare predilezione; e perciò il Santo la preferiva a tutte le altre”. Predilezione di un luogo ma - ancor di più - predilezione per la Vergine. E, sempre in questo luogo così “mariano” la giovane Chiara prometterà obbedienza a Francesco e si impegnerà a seguire fedelmente la sequela del Signore.
Francesco e il suo cuore che batteva in ogni istante per Maria; ogni piccolo passo, ogni piccolo pensiero, convergeva in Lei, la Vergine: "Il cuore di Francesco ardeva di fervente devozione e di singolare amore per la Madre celeste. In lei, dopo Gesù, era tutta la sua confidenza". Parole profonde, scritte sempre dal biografo Tommaso da Celano. Francesco lasciò pochi scritti dedicati a Maria, forse perché il maggior libro lo ha lasciato nella sua testimonianza di radicale abbandono e fiducia in Lei.
Basterebbe leggere ciò che scrive a Santa Chiara: “Voglio seguire la vita e la povertà dell'altissimo Signor nostro Gesù Cristo e della sua santissima Madre”; e, nella sua “Lettera ai fedeli” parlando di Cristo ricordava: “Egli era più ricco di ogni altro essere, e tuttavia volle scegliere, insieme alla sua madre beatissima, la povertà”; mentre, nella “Lettera ai frati”: “E’ sull'esempio di lui e della sua madre santissima che noi abbiamo scelto la via della vera povertà”. San Bonaventura, a questo proposito, sottolineava: “Spesso richiamava alla mente, piangendo, la povertà di Gesù Cristo e della Madre sua, e affermava che questa è la regina delle virtù, perché la si vede brillare così fulgidamente, più di tutte le altre, nel Re dei re, e nella Regina sua madre”.
Nella Basilica Inferiore di San Francesco d’Assisi è possibile ammirare uno degli affreschi più interessanti di Pietro Lorenzetti: “Madonna col Bambino tra San Francesco e San Giovanni Evangelista”: Maria indica al Bambino di benedire il santo di Assisi, pur avendo lui vicino l’apostolo considerato “il prediletto”. Ci dice molto, questo quadro. Se l’Evangelista era stato scelto dal Signore per accompagnare la Madre dopo la sua morta, San Francesco in questa immagine diviene novello Giovanni. Non poteva essere diversamente: divenuto “l'alter Christus”, Francesco, era diventato figlio di Maria, fratello di Gesù grazie al “legame di sangue” della Passione.
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